Alex Katz a WopArt 2016. Il precursore della pop-art da Monica De Cardenas

Katz - Carmen and Yvonne - MDC Gallery

Katz – Carmen and Yvonne – MDC Gallery

Monica De Cardenas presenta il lavoro di Alex Katz a WopArt Lugano

Alex Katz è un artista figurativo americano. Nasce da una famiglia ebrea a Brooklyn, figlio di un padre emigrato che aveva perduto una fabbrica di sua proprietà in Russia durante la rivoluzione sovietica. Conseguì i suoi studi a New York presso la Cooper Union, e poi studiò presso la Scuola Skowhegan di Pittura e Scultura in Skowhegan, Maine, e raggiunti i trent’anni emerse al grande pubblico, risultando molto apprezzato.

A. Katz - Ellen - MDC Gallery

A. Katz – Ellen – MDC Gallery

Skowhegan lo espose alla pittura dal vero, che si svelò fondamentale nel suo sviluppo pittorico, restando il pilastro delle sue opere odierne. Per Katz la scoperta della pittura en plaine air è stata motivo di rinnovamento per la sua arte. L’artista ha ammesso di aver distrutto un migliaio di dipinti durante i suoi primi dieci anni di carriera da pittore, ritenendo di non aver raggiunto il suo proprio stile. Negli anni ’50 iniziò una tattica di “liberazione dell’arte”, cercando di dipingere «più veloce del suo pensiero». Katz definisce le sue opere riduttive, affermando che sia il risultato che più si addice alla sua personalità. Il suo lavoro così ricco di colore, intrappolato in queste grandi tele viene assimilato come anticipatore della pop-art. Con un’accativante e distaccata freddezza raffigura prevalentemente paesaggi, familiari, caratterizzando i suoi quadri con colori rasi e piatti, forme e linee molto modeste.

A. Katz - Jessica - MDC Gallery

A. Katz – Jessica – MDC Gallery

Per uno delle sue più grandi tele Katz dipinse sopra ad una tavola di masonite il soggetto utilizzando dell’olio, successivamente fece un piccolo bozzetto a matita o a carbone, forse con il sentore di poter apportare modifiche successive. Dopodiché fece “saltare” il disegno dentro ad un cartone animato, talvolta aiutato da una lavagna luminosa. Con la rinascimentale tecnica dello “spolvero” trasferisce così il disegno su una grande tela. A partire dalla fine del 1950, Katz sviluppò una tecnica di pittura su pannelli tagliati, prima in legno, poi in alluminio, chiamandoli “ritagli”. Queste opere occuperebbero lo spazio come fossero sculture, ma la loro fisicità è compressa in piani, come i dipinti. Nell’ottobre ’96 il Museo Colby College of Art ha aperto un’ala di 10.000 metri quadrati dedicata a Katz che dispone di più di 400 dipinti ad olio, collage, e le stampe donate dall’artista.

    23 Jul 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Giuseppe Piva. Arte e tradizioni giapponesi in scena a WopArt

Meraviglie di carta di antichissime tradizioni giapponesi. Fra le proposte di Giuseppe Piva: Maio Motoko. L’artista iniziò la sua carriera come montatrice di rotoli tradizionali, in seguito ad una ricerca di espressione individuale ottenne la padronanza del processo di creazione dei pannelli giapponesi. Il suo lavoro vuole restare fedele alla funzione tradizionale del paravento nella sua capacità di manipolare lo spazio fisico. Al di là di ciò, il suo tentativo è di mettere in relazione la forma tradizionale degli interni ai tempi moderni, con la ri-creazione della doppia cerniera e le dimensioni differenziali uniche delle singole pieghe dei pannelli. Ciò consente una flessibilità della forma e una manipolazione dello spazio fisico che supera l’intenzione originale della forma tradizionale.

Bambù - Maio Motoko (1948) - 183 x 510 cm Paravento a tredici ante Carta washi  e pigmenti 

Bambù – Maio Motoko (1948) – 183 x 510 cm Paravento a tredici ante Carta washi  e pigmenti

La galleria di Giuseppe Piva di Milano espone le creazioni di Motoko, attraverso le quali l’artista ha completamente rivoluzionato la tradizione dei paraventi giapponesi: pur mantenendo le caratteristiche tradizionali nella costruzione, l’uso della carta e di vecchi tessuti, la creazione della struttura a tredici ante decrescenti, hanno reso queste opere davvero uniche, caratterizzate dalla armonica convivenza tra tradizione e innovazione.

Come questa grande artista, Piva ci proporrà altre opere di decoro giapponese provenienti dall’antichissima scuola di pittura Rimpa, e pannelli provenienti dalla scuola Kano, le cui opere rimaste sono considerate tesori nazionali, dato che la maggior parte dei suoi lavori è andata persa durante i tumulti del periodo Sengoku.

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Scuola Rimpa Fiori e piante delle quattro stagioni Fine XIX secolo 138 x 304 cm   Coppia di paraventi a sei ante, ognuno 138 x 304 cm Inchiostro, pigmenti e oro su carta; Sigilli dell'artista in inchiostro rosso

Scuola Rimpa
Fiori e piante delle quattro stagioni
Fine XIX secolo
138 x 304 cm
 
Coppia di paraventi a sei ante, ognuno 138 x 304 cm
Inchiostro, pigmenti e oro su carta;
Sigilli dell’artista in inchiostro rosso

Composizioni come “Fiori e piante delle quattro stagioni” prendono il nome di hyakkazu, letteralmente “moltitudine di fiori”. Questa complessa disposizione di mazzi e cespugli floreali si sviluppò verso la metà del diciassettesimo secolo e divenne una specialità dello studio di Tawaraya Sôtatsu, il fondatore della scuola Rimpa, attivo dal 1600 al 1642. Altri atelier di pittura diretti dai discepoli di Sôtatsu continuarono ad esistere fino alla fine del diciassettesimo secolo ma l’identità di tali artisti rimane ancora oggi un mistero. La rappresentazione dei fiori è stilizzata e naturalistica allo stesso tempo, e non solamente per l’attenzione alla descrizione dei singoli dettagli delle circa 30 specie rappresentate, ma anche per la disposizione generale delle piante.

Paesaggio primaverile con fagiani Scuola Kano, XVIII secolo Metà del periodo Edo (16151867) Paravento a sei ante Inchiostro, pigmenti e gufun su fondo oro, 182 x  376 cm

Paesaggio primaverile con fagiani
Scuola Kano, XVIII secolo
Metà del periodo Edo (16151867)
Paravento a sei ante
Inchiostro, pigmenti e gufun su fondo oro, 182 x  376 cm

O ancora il meraviglioso paravento “Paesaggio primaverile con fagiani”, che raffigura un lussureggiante paesaggio naturale con una ricca varietà di fiori che spiccano tra rocce e nuvole dorate: iris, giunchi, peonie, crisantemi ed un ciliegio in fiore che funge da cornice ad un elegante fagiano maschio rappresentato chinato al centro della composizione. Lì vicino, la femmina fa capolino da dietro dei bambù, mentre una coppia di gru si nasconde dietro a un cespuglio di iris ed un altro esemplare sorvola la scena. Il ciliegio in fiore e il ruscello rigoglioso suggeriscono che la scena è ambientata nel pieno della primavera. Il soggetto e la composizione suggeriscono che si tratti di un’opera di un artista Kano del ramo di Kyoto.

Lugano – Work On Paper ART fair, 2016

    21 Jul 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto
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