Li Hongbo: il lato scultoreo della carta

Li Hongbo, artista pechinese, restituisce il candore del marmo attraverso la carta. L’artista ha una formazione da scultore tradizionale che raggiunge un livello così alto nella fattura delle sue opere, da poter quasi far supporre che vi sia stato anche l’utilizzo di un artificio digitale.

Li Hongbo

Li Hongbo

L’elemento della carta non è mai stato estraneo a Li Hongbo che, prima di creare le sue sculture, per anni ha realizzato libri ispirati all’arte buddista su carta. Le sue sculture assumono un certo spessore e morbidezza grazie all’impiego di almeno 6 mila strati di carta.

La nascita dell’opera avviene mettendo insieme migliaia di fogli che sono incollati all’estremità.

Li Hongbo

Li Hongbo

Sono sculture che restituiscono un effetto di plasticità e leggerezza che va ben oltre gli esiti della statuaria tradizionale. Rifacendosi a volte a tecniche proprie della cultura cinese, come i giochi di carta e lanterne, l’artista spesso ripropone soggetti noti dell’arte internazionale come il busto del David di Michelangelo. Li Hongbo propone un’arte legata alla sua cultura ma allo stesso tempo imprevedibile: nel tempo la carta tende a deformarsi. Le sue opere fingono monumentalità e imponenza ma che in realtà sono fragili ed è il risultato di un lavoro meticoloso.

Li Hongbo , Rotation 2008

Li Hongbo , Rotation 2008

Li Hongbo

Li Hongbo

Li Hongbo

Li Hongbo

Li Hongbo

Li Hongbo

Li Hongbo, Klein Sun

Li Hongbo, Klein Sun

(Angela Maselli)

    29 Jul 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Fabbrica Eos a WopArt Fair con i “mondi” di Dario Goldaniga

GOLDANIGA Mondo Bronzo cm. 150x100

GOLDANIGA Mondo Bronzo cm. 150×100

Fabbrica Eos inizia la sua attività a Milano negli anni ‘90. Giancarlo Pedrazzini, fondatore e ancora oggi direttore, intraprende il percorso autonomo nell’intento di promuovere i giovani artisti all’esordio, guidato soprattutto dalla istintuale teoria dell’importanza dell’incontro e dalla convinzione che l’arte arrivi ad uno stadio maturo grazie alla complicità dello scambio tra gallerista e artista.

GOLDANIGA Teschio cm. 35 x 35 (3)

GOLDANIGA Teschio cm. 35 x 35 (3)

Questa galleria ci accompagnerà a WopArt 2016 con artisti contemporanei, tra cui il milanese Dario Goldaniga, esposto in Fabbrica Eos sino allo scorso maggio.

Dal 1985 l’artista insegna scultura al Liceo Artistico “Sacro Cuore” di Milano. Le sue sculture in bronzo mantengono, nella loro originale composizione, un equilibrio di figure, geometrie e natura sospese in un silenzio tridimensionale. Egli scolpisce e disegna il bronzo, creando tutte le sue opere dai materiali di scarto delle fonderie, dando anima a figure animalesche, o raffigurando “spaziali” mappe stellari su lastre di ardesia.

GOLDANIGA World Paper 2016 cm. 100x150 (B)

GOLDANIGA World Paper 2016 cm. 100×150 (B)

Recentemente ha realizzato una nuova seria di sculture che si potrebbero definire polisensoriali poichè coinvolgono, oltre alla vista e al tatto, anche l’olfatto. Goldaniga è infatti in contatto con un’importante industria profumiera che gli ha fornito una terra la quale, in seguito al suo impiego nell’estrazione delle essenze, resta impregnata di un profumo delicato ma persistente. Egli ha inserito questo prezioso materiale (sono pochissimi i quantitativi che escono dall’industria profumiera) in piccoli recipienti di bronzo che sono entrati a far parte delle sue ultime composizioni scultoree. A WopArt ovviamente il suo lavoro sarà presente in materia di carta, che pur così leggera, crea le basi per i suoi decorati metalli.

Per tutte le informazioni riguardo Fabbrica Eos sono disponibili sul sito fabbricaeos.it.

    21 Jul 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

La rivincita delle opere su carta

Tradizionalmente il disegno su carta è considerato l’elemento necessario alla fase preparatoria di un’opera d’arte. Il supporto per eccellenza il cui vi è l’ultimazione dell’opera è la tela. Nel mercato solitamente il valore di un’opera su tela è nettamente maggiore rispetto ad un’opera su carta anche se pari nelle dimensioni e autore. Questo è dovuto al fatto che per la realizzazione del manufatto su tela, richiede un maggiore costo dei materiali e  dei tempi di ultimazione. Attualmente la superiorità della tela rispetto alla carta risulta essere ancora una costante nella maggioranza dei casi. L’eccezione che determina l’affermarsi dell’opera fatta su carta avviene nel momento in cui l’artista utilizza esclusivamente  questo materiale divenendo il tratto distintivo della sua produzione.

Christo, Floating Piers. Disegno 2014. 22,5 x 34,9 cm. Matita, carboncino e pastello. Foto: André Grossmann © 2014 Christo

Christo, Floating Piers. Disegno 2014. 22,5 x 34,9 cm. Matita, carboncino e pastello. Foto: André Grossmann © 2014 Christo

Un esempio è la produzione dei coniugi statunitensi Christo e Jeanne-Claude. I due utilizzano la carta come mezzo principale per le loro opere che siano ‘impacchettamenti’, collage o disegni.

Il valore della carta si evolve: da supporto minore in cui l’artista elabora le sue idee, a opera finale a cui si affida la trasmissione del messaggio artistico.

(Angela Maselli)

    10 Jul 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Acquaforte, bulino, puntasecca. Le “imprescindibili” carte di Rembrandt

Rembrandt - Acqueforti di Paesaggi - Museo Städel

Rembrandt – Acqueforti di Paesaggi – Museo Städel

Rembrandt è uno dei più grandi pittori della storia dell’arte europea. Nacque a Leida nel 1606 e dedicò una buona parte della sua produzione artistica all’incisione.

Il conus marmoreus di Rembrandt, 1650

Il conus marmoreus di Rembrandt, 1650

Le sue stampe costituiscono una produzione strettamente intrecciata con quella pittorica, tanto da poterle considerare imprescindibili per la comprensione della creatività del maestro. A seguito di continue revisioni del riconoscimento del suo corpus di stampe, oggi possiamo attribuire a Rembrandt circa 290 carte. La principale tecnica utilizzata fu l’acquaforte, che permette di disegnare direttamente sulla lastra in rame coperta da uno strato di vernice, in seguito sottoposta ad un bagno di acido che corrode solo le zone incise.

Rembrandt House Museum - Amsterdam - Pressa utilizzata da Rembrandt per incisioni e stampe

Rembrandt House Museum – Amsterdam – Pressa utilizzata da Rembrandt per incisioni e stampe

Attorno al 1628, una volta raggiunta l’abilità tecnica di realizzazione, il maestro iniziò un’attività di ricerca di nuove possibilità espressive. È così che in alcuni casi all’acquaforte venne affiancato il bulino, che permette di incidere direttamente la lastra creando linee di diversa intensità, come anche la puntasecca, che crea un solco sottilissimo alzando il metallo e creando delle cosiddette barbe, che una volta inchiostrate permettono la riproduzione di linee delicate e morbide. Egli passava infatti da semplici tratti abbozzati ad effetti di chiaroscuro quasi pittorico, che caratterizzavano le sue stampe.

 

Rembrandt van Rijn - Nudo femminile disteso - La negra sdraiata, 1658 - acquaforte con bulino e puntasecca su rame 80x157 mm - Casa Morandi Bologna

Rembrandt van Rijn – Nudo femminile disteso – La negra sdraiata, 1658 – acquaforte con bulino e puntasecca su rame 80×157 mm – Casa Morandi Bologna

La sua ricerca incessante incluse anche lo studio di particolari soluzioni nell’uso della morsura e delle inchiostrature. “Le virtù tecniche di Rembrandt – ci spiega Maria Pietrogiovanna – continuano a risultare sorprendenti, il maestro si avvale degli strumenti calcografici e li combina, piegandoli a fini espressivi del tutto inediti, il suo intervento nelle fasi di lavorazione della lastra è costante, come dimostrano gli studi condotti nelle matrici che ancora si conservano. L’intervento reiterato in fase di morsura gli consente di ottenere una varietà tonale stupefacente e perfetta specialmente per le ambientazioni drammatiche. Non meno importanti in quest’ottica diventano l’inchiostratura e la scelta della carta destinata all’impressione, che il maestro sceglieva appositamente per raggiungere tonalità calde o fredde secondo le esigenze del soggetto”.

    07 Jul 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

La solida ascesa di Picasso, carte da milioni di dollari

Picasso - Women at the Seashore 1932

Picasso – Women at the Seashore 1932

Bisogna premettere che è molto difficile generalizzare l’opera di Picasso, perché è stato una personalità artistica multiforme. Ha attraversato quasi un secolo cambiando se stesso, il suo stile e le tecniche, intersecandoli e dimostrando padronanza e sperimentazione al tempo stesso. All’interno di ogni fase ci sono poi diversi momenti che moltiplicano le possibilità di acquisto.

PICASSO - Lithographie - Le goût du bonheur

PICASSO – Lithographie – Le goût du bonheur

Le opere delle prime fasi, del periodo blu, rosa e cubista, sono più rare sul mercato, anche perché sono state fasi produttive più brevi, e sono in gran parte già musealizzate. Sono pochissimi i capolavori attualmente in mani private. Molto richieste e molto rare sono anche le opere degli anni ’30, gli anni di Marie-Thérèse e Dora Maar. Le opere dagli anni ’50 in poi sono attualmente molto in auge per via di una serie di congiunture che hanno portato alla riscoperta del tardo Picasso, sia dal punto di vista storico-artistico che del mercato. È il periodo in cui Picasso si sente invecchiare, in cui è più vicino all’opera di Matisse, dell’esplosione del colore.

Open Culture digs up the postcards Picasso illustrated and sent to Jean Cocteau, Apollinarie and Gertrude Stein.

Open Culture ci propone la cartolina che Picasso spedì a Jean Cocteau, Apollinarie e Gertrude Stein.

Sicuramente il mondo della carta è un ambito in cui Picasso si è rivelato ancora una volta un maestro per la forza d’innovazione tecnica: qui si possono comprare anche per poche migliaia di dollari delle litografie significative. Guardando anche alle opere uniche, ci sono lavori che partono da 10mila dollari fino ad arrivare a milioni di dollari. Un disegno preparatorio per “Les Demoiselles d’Avignon” vale intorno ai 5-6 milioni di dollari. Si possono fare degli investimenti straordinari, sensati e accessibili, è una curva che è salita in modo solido.

Disegno preparatorio a Guernica - Pablo Picasso

Disegno preparatorio a Guernica – Pablo Picasso

L’andamento del mercato di Picasso in generale è in ascesa costante. Economisti d’arte hanno personalmente osservato negli ultimi dieci anni che chi ha comprato un’opera per esempio nel 1998-99 ha visto i prezzi salire 4, 5 o 6 volte fino a oggi. È un mercato che ha seguito una curva solida. I picchi sono stati nel 1997 con la vendita della Collezione Ganz che ha ottenuto risultati straordinari, nel 2004 con la vendita di “Garcon a La Pipe” e nel 2006 con “Dora Maar au Chat”.

    30 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Dal colore alla carta. Storia dell’acquerello

Acquerello su cartoncino, cm. 16,9x32,2. Firma in basso a destra S. Donadoni - Farsettiarte

Acquerello su cartoncino, cm. 16,9×32,2. Firma in basso a destra S. Donadoni – Farsettiarte

L’acquerello è una tradizione pittorica che attraversa le cronache della storia. L’uomo primitivo ha iniziato ad utilizzare dei pigmenti naturali mescolati con acqua per creare pitture rupestri, applicando la pittura con le dita, i bastoni e le ossa. Gli antichi Egizi usavano vernici a base d’acqua per decorare le pareti dei templi e tombe ed hanno creato alcune delle prime opere su carta di papiro. I primordiali colori erano prevalentemente di origine minerale. Ma è stato in Estremo e Medio Oriente dove sono emerse le prime scuole di acquerello in senso moderno. I maestri cinesi e giapponesi effettuavano dipinti su seta e carta fatta a mano, costruendo ogni singolo componente dellre singole opere. La loro arte era piena di allusioni letterarie e calligrafie, ma l’immagine principale era di solito un paesaggio contemplativo.

Les Très Riches Heures du duc de Berry - L'Homme anatomique, ou Homme zodiacal, XVe s. Chantilly

Les Très Riches Heures du duc de Berry – L’Homme anatomique, ou Homme zodiacal, XVe s. Chantilly

Questa caratteristica ha anticipato ciò che doveva essere un aspetto centrale delle tradizioni dell’acquerello occidentale nei secoli successivi. In India e in Persia, i dipinti a gouache opaco creato dai musulmani raffiguravano episodi religiosi derivati dall’arte bizantina. Durante il Medio Evo, i monaci d’Europa utilizzavano la tempera per creare codici miniati. Questi libri sono stati considerati una forma d’arte tra le più importanti, equivalenti alla pittura a olio negli anni successivi, caratterizzati da una infinita e meticolosa precisione nelle piccolezze.  Il libro più famoso è il calendario “Les Tres Riches Heures du Duc de Berry”,  talvolta chiamato “Il Libro d’Ore”, acquerellato dai fratelli Limbourg, Paul, Herman e Jean (fiamminghi, c.1385-c.1416). Dal 1500 l’acquerello venne usato per eseguire studi sulla natura e per i paesaggi (Albrecht Dürer fu il più importante pittore ed incisore dell’epoca che realizzò paesaggi ad acquerello), per studi sugli animali (Pisanello), per gli studi sui guerrieri (Pinturicchio), per scene sacre o profane (Rubens, Salvator Rosa), per riproduzioni botaniche e scientifiche.

Matita, biacca e acquerello su carta, cm. 24,5x33,9 F. Lorenzi

Matita, biacca e acquerello su carta, cm. 24,5×33,9 F. Lorenzi

La carta ha svolto un ruolo importante nello sviluppo dell’acquerello. La Cina ha prodotto carta fin dai tempi antichi; gli arabi hanno appreso i loro segreti solamente nel corso dell’ottavo secolo. La carta ha iniziato ad essere importata in Europa a partire dal XII secolo, proveniente da Damasco attraverso Costantinopoli (l’odierna Istanbul), o dall’Africa attraverso la Sicilia. Era un prodotto mediocre se paragonato alla pergamena, tanto che Federico II in un editto del 1221 ne proibì l’uso negli atti pubblici. Tuttavia il consumo non fece che aumentare vista la sua decisa economicità, e nel XIII secolo le flotte mercantili del Mediterraneo e dell’Adriatico, finanziate da grossi commercianti (in gran parte veneziani e genovesi), si spartivano il fiorente mercato, fino a quando non sono stati istituiti i primi mulini di fabbricazione della carta in Italia nel 1276.

Dal momento che la carta era considerata un bene di lusso, la tradizionale pittura ad acquerello occidentale è stata di lenta evoluzione. La maggiore disponibilità di carta dal XIV secolo ha consentito la possibilità del disegno come attività artistica. Così artisti come Leonardo da Vinci e Michelangelo ha cominciato a sviluppare disegni come uno strumento di pratica e di registrazione delle informazioni. Albrecht Durer (tedesco, 1471-1528) è tradizionalmente considerato il primo maestro di acquerello perché le sue opere sono state  come studio preliminare per altre opere. Nel corso dei successivi 250 anni molti artisti diversi come Peter Paul Rubens (fiammingo, 1577-1640), Anthony van Dyck (fiammingo, 1599-1641) e Jean Honore Fragonard (francese, 1732-1806) hanno continuato ad utilizzare acquerello come mezzo di disegno e di sviluppo di composizioni.

Albrecht Dürer, Ala sinistra di un blu Roller (c.1500 o 1512). Acquerello e guazzo su pergamena, con biacca.pollici 7 11-16 × 7 7-8

Albrecht Dürer, Ala sinistra di un blu Roller (c.1500 o 1512). Acquerello e guazzo su pergamena, con biacca.pollici 7 11-16 × 7 7-8

Con la produzione di documenti di qualità superiore, alla fine del secolo XVIII, la prima scuola nazionale di acquerellisti è sorta in Gran Bretagna. La tradizione è iniziata con disegni topografici ad acquerello che proliferavano nel tardo Seicento e primo Settecento. Questi rendering comprendevano l’identità visiva dei porti di mare così come il paesaggio circostante. Nel 1768, la topografia influente fondò la Royal Academy che ha incoraggiato gli acquarellisti a sviluppare le applicazioni della tecnica. L’acquerellista di maggior talento di questo periodo è stato Joseph MW Turner (inglese, 1775-1851) che diventerà poi uno dei più grandi pittori del XIX secolo. I suoi paesaggi contemplativi sono stati influenzati enormemente  decine di artisti nel corso dei successivi decenni. Lo sviluppo della tecnica dell’acquerello è andata di pari passo all’evoluzione ed al progresso della scuola britannica degli acquerellisti. Nel 1780, una società britannica ha iniziato la produzione di carta realizzata appositamente per acquarellisti trattata con particolari tecniche per evitare, con i lavaggi, di sprofondare nelle fibre della carta.

    29 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

God save the Pound: la lenta discesa della britannica cartamoneta.

british-poundLa sorte della carta più importante dello stato inglese nel prossimo futuro è legato alla prospettiva del nuovo Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea confermata ieri notte alle ore 23,00.
Dopo l’esito del referendum sono tante le reazioni politiche da parte degli altri paesi dell’UE. Gli inglesi sono andati alle urne giovedì scorso, con un’affluenza di circa il 74% per la consultazione sul “Remain” or “Leave”: il 52% dei votanti ha scelto di lasciare l’Europa.

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Oggi a Berlino è in programma la riunione degli stati fondatori dell’Unione Europea; il ministero degli esteri tedesco conferma l’incontro nel quale saranno presenti i capi di Stato di Italia, Francia, Olanda, Belgio e Lussemburgo.
Nella serata di venerdì la sterlina è balzata a 1.44 sul dollaro, salvo poi crollare già durante la sessione asiatica di lunedì, dopo che il sindaco di Londra Boris Johnson personaggio politico molto influente, si è schierato apertamente a favore dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione.
Così la sterlina è crollata è ha trascinato giù anche l’euro che come spesso ha aperto in gap down, ovvero con un abbassamento negativo del valore monetario all’apertura della borsa, mentre non c’è stato alcun effetto negativo sulla borsa di Londra, tra le migliori in Europa.

Sterlina vs Dollaro - grafico settimanale

Sterlina vs Dollaro – grafico settimanale

C’è da riflettere su quanto i legami commerciali tra il Regno Unito e Unione europea siano comunque importanti. Circa il 45% delle esportazioni e il 53% delle importazioni del Regno Unito avviene con l’Ue; ogni anno Londra versa nelle casse di Bruxelles lo 0,5% del suo Pil, ma secondo gli studi della Confindustria britannica, l’adesione all’UE crea un un valore aggiunto tra i 62 e i 78 miliardi di sterline all’anno per l’imprenditorialità locale.
Il centro studi Bertelsmann Stiftung che collabora con l’Istituto di Munich ha calcolato che il Brexit costerebbe alla Gran Bretagna almeno 300 miliardi, e un calo potenziale del Pil del 12% in dieci anni.
Peraltro Londra è la più grande finanziaria d’Europa e alcune importanti istituzioni potrebbero voler spostare le proprie sedi in Europa nel caso di Brexit, scombussolando l’economia di molti piccoli stati europei. Ecco la fine di uno splendido matrimonio, forse neanche poi così splendido.

    25 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

“Arie di Carta” al Rivetta Tell di Lugano

Arie di Carta

Arie di Carta

A pochi giorni dalla chiusura della messa in scena di Arie di Carta, presso Il Teatro della Contraddizione di Milano, possiamo annunciare la programmazione dello stesso presso il mercatino serale del  Rivetta Tell lungolago, a Lugano.
‹‹Alla vigilia dell’inizio delle prove, una telefonata ha cambiato il destino della creazione di questo mio nuovo lavoro. I temi, la ricerca, le immagini, i suoni, i colori si sono moltiplicati anzi duplicati: il mio lavoro è diventato il ’nostro’, mio e di Ivana. Ci siamo incontrate – scrive Maria Carpaneto – ognuna coi propri vissuti, gusti ed esperienze professionali e ci siamo ‘ascoltate’: il reciproco ascolto ha generato una nuova relazione, un linguaggio per noi nuovo, volti e storie nei quali molti possono rivedersi ed immedesimarsi, due donne/due personaggi venute da chissà dove, un duo vagamente clownesco, tragicomico che si è raccontato la propria vita fondendola in una sola ed unica››.

Arie di Carta

Arie di Carta

‹‹“Arie di carta” è per me un atto di incontro – scrive Ivana Petito – E’ la danza di un incontro. Parla di un me e di un te, di un io e un tu che poi altro non sono che l’umanità tutta. Racconta il miracolo e il mistero quotidiano di ogni relazione, un’opera che continua a crescere nella vulnerabilità autentica dell’ incontro››.

Due curiosi personaggi senza tempo, e un passaggio continuo di stati d’animo con una velata ironia. Due creature straordinarie che trovano la nascita da mura, da suoni, dai colori, dalle temperature del sottosuolo per formare un tutt’uno con luoghi pregni di storie e di gente comune, un ricordo che non si dimentica. Una relazione che percorre tutte le epoche storiche, tutte le età della vita, tutti i generi e tutte le modalità dell’essere soli nonostante insieme. Queste due creature si accompagnano per farsi coraggio ed esaltarsi a vicenda, si incontrano ora nella giocosa gioia dell’incontro, ora sfinite dalle catene della relazione. “Arie di carta”, una pièce ancestralmente e archetipicamente attuale e antica, vestita in abiti vintage in un ambientazione retrò.

Arie di Carta

Arie di Carta

‹‹Dal mio punto di vista, la danza inaugura delle relazioni tra ciò che normalmente riteniamo separato e, nello stesso tempo, o proprio grazie a questo gesto, separa ciò che pensiamo debba restare unito. Si potrebbe dire che la danza è l’avvio della relazione impossibile, perché si congeda dalle relazioni stabilite e ritenute ‘possibili’: ad esempio, unisce una parte del corpo ad un’altra perché la separa dall’ordinamento delle parti, la fa fuggire via. E nel vostro spettacolo ciò inevitabilmente accade, ma in certi passaggi è come se voleste danzare la relazione, illustrarla attraverso la danza, piuttosto che inaugurarla danzando. Le fotografie sullo sfondo sembrano voler dire ciò che state facendo, la cosa che state danzando. Dal bambino alle due anziane ridenti è come se ci fosse una didattica a guidare la danza. Questo sfondo, che non a caso dà anche il senso di uno scorrere temporale, sembra voler insegnare che lo scorrere del tempo non è che formazione di relazioni, di cui infine si può insieme ridere, con un riso di saggezza, mi pare.›› (Maurizio Zanardi)

“Arie di Carta” –  prodotto dall’associazione culturale Il Filo di Paglia, Milano

Sabato 09 luglio 2016 alle ore 22.00 presso il Rivetta Tell, riva Giocondo Albertolli, 6900 Lugano, Svizzera

    09 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

I “cut out” di Matisse – come scolpire il colore

Matisse - Thousand and one nights print - Tate Gallery London

Ritagliare direttamente nel colore mi ricorda il lavoro dello scultore nella pietra.
H. Matisse

Nel 1941 Matisse è stato diagnosticato un cancro e, dopo un intervento chirurgico, ha iniziato ad usare una sedia a rotelle. Tuttavia la straordinaria creatività di Matisse non è rimasta inibita per molto tempo. ” Une seconde vie”, una seconda vita, è stato quello che ha definito gli ultimi quattordici anni della sua vita. A seguito di una operazione ha inaspettatamente trovato delle energie rinnovate e la bella assistente di origine russa, Lydia Delectorskaya, a fargli compagnia.matisse_drawing

Vasto in scala (anche se non sempre in termini di dimensioni), lussureggiante e rigoroso a colori, i suoi ritagli sono tra le opere più ammirate e influenti di tutta la carriera di Matisse. Essi appartengono ai più grandi affermazioni del slancio vitale nell’arte occidentale.

Questa nuova prospettiva di vita, forse affrettata dalla sua allora emergente limitatezza, lo portò ad una fenomenale esplosione di espressione, il culmine di mezzo secolo di lavoro, un radicale rinnovamento che gli ha reso possibile creare quello per cui aveva sempre lottato: “Ho bisogno di tutto questo tempo per raggiungere la fase in cui posso dire quello che voglio dire.” Con l’aiuto di Lydia Delectorskaya e assistenti si accinse a creare collage di carta tagliata, spesso su scala enorme, chiamati Gouaches Découpés. Fendendo fogli di carta con delle forbici ha inaugurato una nuova fase della sua carriera.

Markova in her pure white Nightingale costume by Matisse

Markova in her pure white Nightingale costume by Matisse

Per Matisse il taglio non era certo una novità; era già insita in lui la natura di generazioni discendenti da famiglie di tessitori; ha avuto un apprezzamento naturale della consistenza e del design. Sapeva come usare perni e modelli di carta, ed era estremamente fiducioso con le forbici. Ma il ritaglio non è stata una rinuncia alla pittura o alla scultura: lo chiamò “la.” Matisse ha detto: “Solo quello che ho creato dopo la malattia costituisce il mio vero io: Libero, liberato”. Inoltre, la sperimentazione con ritagli offrì a Matisse innumerevoli opportunità di costruzione di un nuovo ambiente esteticamente gradevole:

The beasts of the sea, 1950

The beasts of the sea, 1950

“Vedi come sono costretto a rimanere spesso a letto a causa del mio stato di salute, mi sono creato un po ‘di giardino tutto intorno a dove posso camminare … Ci sono foglie, frutti, un uccello. “

Matisse generalmente ritagliava le forme a mano libera con un piccolo paio di forbici, risparmiando i pezzi di carta dell’oggetto ritagliato. Con l’aiuto di Lydia Delectorskaya avrebbe riorganizzato i ritagli colorati fino a quando non sentiva completamente soddisfatto del risultato. Ci sono voluti due anni per completare i venti collages e, dopo anni di tentativi ed errori trovarono un metodo pratico e appropriato per portare i collage alla vita come opere bidimensionali.

Matisse era chiaramente sensibile alla natura particolarmente fisica di questi lavori: mentre erano in corso li lasciava inchiodati al muro dove avrebbero leggermente tremato alla minima brezza. Questo appunto d’immagini alla parete ha iniziato il secondo dei due processi che hanno prodotto i ritagli: l’organizzazione decorativa dei segni preformati. Questo era di gran lunga un processo più lungo e deliberativo rispetto al primo; a volte è durato diversi mesi, e anche da un intero anno per le opere più grandi. Matisse avrebbe cambiato la posizione delle immagini, aggiungendone altre, a volte modificando quelle esistenti, fino a raggiungere la configurazione desiderata. Entro la fine del 1940, è stato impareggiabile l’utilizzo dei “cut-out” per vari progetti arti decorative, tra arazzi, disegni sciarpa, arazzi, tappeti, e disegni per la cappella domenicana a Vence.

 

    03 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Le carte di Enrico Castellani

Anche nelle rare opere su carta Castellani è riuscito a realizzare il suo personalissimo stile di estroflessioni ritmiche. Egli vuole dare vita alla superficie Galleria Matteo Lampertico Milanopiatta e bidimensionale della tela, utilizzando uno schema minimalista “di pieni e di vuoti” che daranno spazio a temi quali il tempo, lo spazio, il colore.

 

Castellani non lascia molto spazio all’interpretazione, anzi, il suo scopo è creare un’opera d’arte da lui definita “indiscutibile”, che volga lo sguardo del pubblico alla comprensione dell’azzeramento della pittura tradizionale.

Enrico Castellani - FarsettiArte - Libro d'artista con cinque calcografie originali, es. V-XXV, cm. 30x30 ca. ognuna - Ogni calcografia reca firma e data a matita sul margine in basso a destra.

Enrico Castellani – FarsettiArte – Libro d’artista con cinque calcografie originali, es. V-XXV, cm. 30×30 ca. ognuna – Ogni calcografia reca firma e data a matita sul margine in basso a destra.

 

 

 

I lavori su carta di Castellani non sono disegni preparatori o studi, sono opere a sé stanti, ognuna unica, originale e irripetibile, frutto dell’utilizzo di “punzoni” diversi, scelti al fine di ottenere il rilievo voluto. Castellani predilige l’utilizzo di una carta trattata manualmente, il cui impasto viene concepito per la messa in opera dell’occasione, composta da una grana più grezza e ruvida, con grandi porosità, a differenza della tipologia di carta industriale che utilizzava agli esordi.

 

Si tratta di una nuova concezione delle opere su carta, merito dei nuovi materiali che permetteranno ai suoi lavori di assumere un effetto tridimensionale analogo a quello delle opere su tela.

 

    23 May 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto
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