Dessiner la grandeur. La grandezza di Genova in 80 disegni al Louvre

Dessiner la grandeur

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Dessiner la grandeur”, il disegno a Genova ai tempi della Repubblica. Una grande mostra al Louvre di Parigi dal 15 giugno al 25 settembre. La mostra svela 80 disegni del maestri genovesi dal Cinquecento al Settecento solitamente non esposti al pubblico per ragioni conservative: come è noto, la carta soffre l’esposizione alla luce. Per l’occasione si sono voluti mettere a confronto i dipinti genovesi delle collezioni permanenti del Louvre. I più noti sono forse il “Cristo che risana il paralitico” di Alessandro Magnasco e il “Ritratto di Giovanni Carlo Doria” di Simon Vouet che fu prestato a Genova, nel 2004, in occasione della mostra di Palazzo Ducale “L’età di Rubens”.

Un omaggio a Genova e ai suoi raffinati disegnatori. L’itinerario si apre con una spettacolare veduta della città del 1627 del pittore francese Claude Lorrain, vista dalla prospettiva del mare, come appariva a chi arrivava in porto con la nave. Sarà particolarmente emozionante, per chi conosce Genova e i suoi tesori, poter osservare in mostra disegni preparatori e opere che rinviano a capolavori che si trovano in città. Come la replica su rame dell’Adorazione dei pastori dipinta da Giovanni Benedetto Castiglione nel 1659, che si trova nella chiesa di San Luca. O lo studio preparatorio dell’Ercole in piedi di Luca Cambiaso che richiama l’affresco del Salone Cambiaso di Palazzo Grimaldi della Meridiana. E, ancora, i disegni preparatori degli affreschi di Villa Rosazza Di Negro, oltre a una scoperta che proprio Federica Mancini ha pubblicato due anni fa: la corretta attribuzione al genovese Giovanni Battista Paggi del foglio con il “Ritorno di Ambrogio Di Negro dalla Corsica” che fino ad allora si attribuiva all’ambito degli Zuccari.

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«Prima di questo attento lavoro di revisione venivano considerati genovesi 400 fogli della raccolta del museo» spiega ancora Mancini «Ora, tra quelli scoperti e riattribuiti dagli specialisti ma ancora classificati sotto altri nomi, e i 51 espunti, siamo arrivati ai 463 attuali, pubblicati in questo catalogo ragionato».

«Mostra e volume rendono merito alle grandi capacità grafiche dei maestri genovesi» prosegue la studiosa «Nel caso di Cambiaso, un segno grafico caratterizzato da grande sicurezza, privo di preparazione a matita che non prevede alcuna preparazione a matita se non per i dettagli architettonici. Per gli artisti successivi, si è visto che il ricorso alla matita per il disegno sottostante era frequente. Si nota anche come le scene fossero sempre complete nei dettagli senza riprese o “pentimenti”».

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«C’è un altro elemento interessante che emerge dallo studio dei disegni nei tre secoli» dice ancora Federica Mancini «Dal 1599 in avanti, ovvero dal ritorno a Genova di Giovanni Battista Paggi (esiliato per vent’anni a Firenze in seguito a un omicidio), si diffonde la consuetudine a utilizzare anche la matita rossa o la matita nera oltre alla penna, nonché ad adottare la tecnica del disegno acquerellato o ad olio, come per gli splendidi fogli barocchi del Castiglione».

(fonte: Il Secolo XIX)

    13 Jul 2017   Artisti, Blog   Comments Off on Dessiner la grandeur. La grandezza di Genova in 80 disegni al Louvre Leggi tutto
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