La stabilità fa della Svizzera un’ottima piazza

World Trade Center Lugano

World Trade Center Lugano

Dal confronto internazionale del «total tax rate» (TTR), ovvero del carico scale complessivo, emerge che la Svizzera ha un sistema scale che è costantemente molto competitivo rispetto ad altri Paesi altamente sviluppati. Il TTR misura l’ammontare di tutte le imposte e i contributi sociali obbligatori gravanti sulle imprese espresso in percentuale dei redditi commerciali. Per questo il mercato è favorevole, dato innanzitutto il tattico posizionamento della Svizzera al centro dell’Europa, favorito da infrastrutture all’avanguardia e collegamenti efficienti. Sul piano politico ed economico siamo davanti ad uno stato, secondo al mondo solo dopo Singapore che vanta una stabilità politica e una fiducia a livello internazionale, grazie all’economia liberale molto competitiva creata all’interno dei Cantoni ed alla riservatezza che la Confederazione ha sempre mostrato.

Switzerland corporate tax rate

Switzerland corporate tax rate

Non dimentichiamo inoltre che l’eccellente qualità della vita della popolazione svizzera è un assoluto vantaggio per qualunque sorta di collaborazione.

Insomma, il sistema svizzero riflette la condizione sociale del Paese, composto da 26 cantoni sovrani con circa 2’550 comuni indipendenti. In base alla Costituzione, a tutti i cantoni è data piena libertà tributaria, fatta eccezione per le imposte esplicitamente riservate alla Confederazione. In Svizzera, pertanto, l’imposizione si articola su due livelli, quello federale e quello cantonale/ comunale. Il sistema tributario svizzero non è interessante solamente per le persone giuridiche, ma anche per le persone fisiche perché consente loro di beneficiare di una fiscalità moderata a livello internazionale.

Vi darò alcune informazioni per ciò che concerne i trasporti di opere d’arte oltre i confini svizzeri. Negli ultimi anni è stata condotta una riforma del sistema dell’imposta sul reddito, che ha portato all’armonia degli aspetti formali delle varie legislazioni cantonali, come per quanto riguarda la determinazione del reddito imponibile, le deduzioni e le procedure di valutazione. Ogni cantone è ad ogni modo dotato di una grande autonomia per ciò che riguarda le imposizioni fiscali e specialmente delle aliquote.

Sunset at park st. Michael - Lugano

Sunset at park st. Michael – Lugano

Nel maggio del 2004 la Svizzera e l’Unione Europea («UE») hanno sottoscritto otto accordi bilaterali («Accordi bilaterali II»), che si sommano ai sette già esistenti («Accordi bilaterali I», in vigore dal 1° giugno 2002). Tra essi esiste una normativa di monitoraggio fiscale che impone per il trasporto di beni patrimoniali (come opere d’arte) dall’Europa alla Svizzera sono necessarie alcune procedure standard. Attraverso la compilazione del quadro RW, È il quadro della dichiarazione dei redditi del modello Unico; deve essere compilato dalle persone fisiche, enti non commerciali e società semplici residenti in Italia che al termine del periodo d’imposta detengono investimenti all’estero o attività estere di natura finanziaria, attraverso cui possono essere conseguiti redditi di fonte estera imponibili in Italia. Tutti i contribuenti esonerati dal monitoraggio fiscale sono comunque tenuti alla compilazione del quadro RW per il calcolo di IVIE e IVAFE, ove ne ricorrano i presupposti.

    05 Jul 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

La solida ascesa di Picasso, carte da milioni di dollari

Picasso - Women at the Seashore 1932

Picasso – Women at the Seashore 1932

Bisogna premettere che è molto difficile generalizzare l’opera di Picasso, perché è stato una personalità artistica multiforme. Ha attraversato quasi un secolo cambiando se stesso, il suo stile e le tecniche, intersecandoli e dimostrando padronanza e sperimentazione al tempo stesso. All’interno di ogni fase ci sono poi diversi momenti che moltiplicano le possibilità di acquisto.

PICASSO - Lithographie - Le goût du bonheur

PICASSO – Lithographie – Le goût du bonheur

Le opere delle prime fasi, del periodo blu, rosa e cubista, sono più rare sul mercato, anche perché sono state fasi produttive più brevi, e sono in gran parte già musealizzate. Sono pochissimi i capolavori attualmente in mani private. Molto richieste e molto rare sono anche le opere degli anni ’30, gli anni di Marie-Thérèse e Dora Maar. Le opere dagli anni ’50 in poi sono attualmente molto in auge per via di una serie di congiunture che hanno portato alla riscoperta del tardo Picasso, sia dal punto di vista storico-artistico che del mercato. È il periodo in cui Picasso si sente invecchiare, in cui è più vicino all’opera di Matisse, dell’esplosione del colore.

Open Culture digs up the postcards Picasso illustrated and sent to Jean Cocteau, Apollinarie and Gertrude Stein.

Open Culture ci propone la cartolina che Picasso spedì a Jean Cocteau, Apollinarie e Gertrude Stein.

Sicuramente il mondo della carta è un ambito in cui Picasso si è rivelato ancora una volta un maestro per la forza d’innovazione tecnica: qui si possono comprare anche per poche migliaia di dollari delle litografie significative. Guardando anche alle opere uniche, ci sono lavori che partono da 10mila dollari fino ad arrivare a milioni di dollari. Un disegno preparatorio per “Les Demoiselles d’Avignon” vale intorno ai 5-6 milioni di dollari. Si possono fare degli investimenti straordinari, sensati e accessibili, è una curva che è salita in modo solido.

Disegno preparatorio a Guernica - Pablo Picasso

Disegno preparatorio a Guernica – Pablo Picasso

L’andamento del mercato di Picasso in generale è in ascesa costante. Economisti d’arte hanno personalmente osservato negli ultimi dieci anni che chi ha comprato un’opera per esempio nel 1998-99 ha visto i prezzi salire 4, 5 o 6 volte fino a oggi. È un mercato che ha seguito una curva solida. I picchi sono stati nel 1997 con la vendita della Collezione Ganz che ha ottenuto risultati straordinari, nel 2004 con la vendita di “Garcon a La Pipe” e nel 2006 con “Dora Maar au Chat”.

    30 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

God save the Pound: la lenta discesa della britannica cartamoneta.

british-poundLa sorte della carta più importante dello stato inglese nel prossimo futuro è legato alla prospettiva del nuovo Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea confermata ieri notte alle ore 23,00.
Dopo l’esito del referendum sono tante le reazioni politiche da parte degli altri paesi dell’UE. Gli inglesi sono andati alle urne giovedì scorso, con un’affluenza di circa il 74% per la consultazione sul “Remain” or “Leave”: il 52% dei votanti ha scelto di lasciare l’Europa.

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Oggi a Berlino è in programma la riunione degli stati fondatori dell’Unione Europea; il ministero degli esteri tedesco conferma l’incontro nel quale saranno presenti i capi di Stato di Italia, Francia, Olanda, Belgio e Lussemburgo.
Nella serata di venerdì la sterlina è balzata a 1.44 sul dollaro, salvo poi crollare già durante la sessione asiatica di lunedì, dopo che il sindaco di Londra Boris Johnson personaggio politico molto influente, si è schierato apertamente a favore dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione.
Così la sterlina è crollata è ha trascinato giù anche l’euro che come spesso ha aperto in gap down, ovvero con un abbassamento negativo del valore monetario all’apertura della borsa, mentre non c’è stato alcun effetto negativo sulla borsa di Londra, tra le migliori in Europa.

Sterlina vs Dollaro - grafico settimanale

Sterlina vs Dollaro – grafico settimanale

C’è da riflettere su quanto i legami commerciali tra il Regno Unito e Unione europea siano comunque importanti. Circa il 45% delle esportazioni e il 53% delle importazioni del Regno Unito avviene con l’Ue; ogni anno Londra versa nelle casse di Bruxelles lo 0,5% del suo Pil, ma secondo gli studi della Confindustria britannica, l’adesione all’UE crea un un valore aggiunto tra i 62 e i 78 miliardi di sterline all’anno per l’imprenditorialità locale.
Il centro studi Bertelsmann Stiftung che collabora con l’Istituto di Munich ha calcolato che il Brexit costerebbe alla Gran Bretagna almeno 300 miliardi, e un calo potenziale del Pil del 12% in dieci anni.
Peraltro Londra è la più grande finanziaria d’Europa e alcune importanti istituzioni potrebbero voler spostare le proprie sedi in Europa nel caso di Brexit, scombussolando l’economia di molti piccoli stati europei. Ecco la fine di uno splendido matrimonio, forse neanche poi così splendido.

    25 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto
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