Sul terreno lungolago che oggi chiamiamo Villa Ciani sorgeva un castello posseduto da una casata ducale milanese, fatto costruire nel 1498 da Ludovico Sforza, che in seguito venne distrutto dagli Svizzeri nel 1517.
A partire dal 1622, nello stesso appezzamento vi fu invece il Palazzo Beroldingen, casato del Canton Uri i cui discendenti detengono fino al 1798 la carica di Cancelliere della Comunità di Lugano.
Museo delle culture di Villa Ciani
Nel 1751 entrano in possesso del palazzo i Farina, famiglia patrizia di Lugano, che dal 1827 al 1833 lo affittano al Governo cantonale, e successivamente all’editore Giuseppe Ruggia che decise di installare al livello terreno dell’edificio la sua stamperia, subaffittando i piani superiori ai Fratelli Ciani.
Nel 1839 il Palazzo Farina venne ceduto da Ruggia al medico Bernardo Vanoni di Suvigliana (1789-1872) che però, in seguito alla rivoluzione radicale, nel 1840 dovette rinunciare alla proprietà vendendola ai fratelli Filippo e Giacomo Ciani.
L’edificio viene trasformato negli anni 1840-1843 dall’architetto milanese Luigi Clerichetti (1798-1876), che restaurò quasi completamente la struttura, al posto della quale sorge ora un edificio cubico di sobrie forme neoclassiche con belvedere ottagonale e torretta sul colmo del tetto.
Il parco Ciani
Nel 1868, un anno dopo la morte di Filippo, morì anche Giacomo e la villa dei Ciani andò in eredità al medico milanese Antonio Gabrini (1814-1908), che era stato allevato dai due fratelli. Morto Gabrini nel 1908, la villa entrò in possesso della famiglia Dell’Acqua di Milano. La proprietà, di circa 63’000 mq, nel 1912 venne infine acquistata con procedura di esproprio dal Comune di Lugano per la somma di circa 1,8 milioni di franchi e il parco fu destinato al pubblico passeggio.
Dal 1915 al 1967 la villa venne adibita a Museo storico e dal 1932 a Museo civico di belle arti e vi fu trasferita la collezione delle opere della Fondazione Antonio Caccia. Da quell’anno le mostre ospitate, promosse e organizzate dal Dicastero Attività culturali (Museo d’Arte, Archivio storico, Museo delle Culture), daranno alla luce un nuovo luogo proponente esposizioni temporanee a carattere artistico, antropologico e storico.