Creatini & Landriani – Giovanni Battista Merano, “L’apparizione della Madonna del Carmelo”

MERANO
Giovanni Battista Merano (Genova 1632-1698)

L’apparizione della Madonna del Carmelo – Disegno a penna inchiostro bruno 290 x 190 mm. – Provenienza: Mercato antiquario, Collezione G.Luxoro

Il foglio è una delle rare opere firmate da Giovanni Battista Merano, pittore genovese di cui non abbiamo molte notizie oltre a quelle fornite dal Soprani. Potrebbe essere uno studio preparatorio per una tavola o una tela ancora non identificate.

La composizione del disegno denota una notevole sicurezza nella
progettazione abbinata alla raffinata qualità e leggerezza del tratto.
Il montaggio (probabilmente l’originale della collezione Luxoro) è stato restaurato ed è in buone condizioni di conservazione; Il disegno è
controfondato ed interamente incollato al supporto cartaceo
sottostante.

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Creatini & Landriani – Bartolomeo Biscaino, “Natività con angeli”

BISCAINO 01
Bartolomeo BISCAINO (Genova, 1629 – 1657)

Natività con angeli –
Acquaforte. mm 392×282. Foglio: mm 480×303. Le blanc, 7. Bartsch, 7. TIB (commentary), 007. In basso nel margine bianco da sinistra a destra “biscai. Vs. genue”, a seguire “in Bassano per il Remondini”, e all’estremità destra “Daman ex.”.

Ottima prova nel III stato su 3 dopo la comparsa dell’excudit dell’editore Daman (attivo a Parigi attorno al 1650) e dei Remondini in Bassano, impressa su carta vergellata con filigrana “tre mezzelune”. Minimo ingiallimento in corrispondenza della piega centrale, visibile per lo più al verso. Nel margine bianco inferiore scritte a penna databili al XIX secolo per mano di precedenti collezionisti: “La Natività. Le Blanc n 7”, “Bartolommeo Biscaino”. Bellissima impressione, ampi margini benchè irregolari. Conservazione ottima.

Provenienza: Mercato antiquario – Firenze

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Creatini & Landriani – Tiepolo, “La fuga in Egitto”

TIEPOLO FUGA 10
Tiepolo, Giandomenico – (Venezia 1726 – 1804)

LA FUGA IN EGITTO –
Acquaforte 200 x 272 mm.

Giandomenico Tièpolo. – Figlio di Giambattista, lavorò spesso con lui (Venezia, Würzburg, Brescia, Madrid). Tra le prime opere che mostrano la vera capacità pittorica di Giandomenico. vi è la villa Valmarana presso Vicenza (1757), dove l’artista dipinse nella Foresteria scene di vita quotidiana con grande libertà narrativa e felice vena satirica; seguirà quest’opera un periodo caratterizzato da accenti maggiormente realistici. Maggiore dei figli di Giambattista e di Cecilia Guardi, sorella di Francesco, fu allievo e collaboratore del padre. Nelle prime opere fu fedele ai modi paterni, come nella Guarigione dell’ossesso (1748, Venezia, S. Francesco di Paola) o nella Via crucis (1748-49) per l’oratorio di S. Polo a Venezia.
Nel 1750 si trasferì col padre a Würzburg per la decorazione della residenza del principe Carlo Filippo di Greiffenklau; al ritorno dalla Germania eseguì gli affreschi della cupola e del presbiterio dei SS. Faustino e Giovita a Brescia (1754-55), ancora nell’orbita dell’arte paterna. Nello stesso periodo in cui lavorò a villa Valmarana, accanto a vari dipinti di soggetto sacro, T. eseguì scene di vita contemporanea, distaccandosi dall’arte paterna e inaugurando una pittura nuova e aggiornata, caratterizzata da un acuto interesse realistico (Il burchiello, Vienna, Kunsthistorisches Museum; Cavadenti e Minuetto, Parigi, Louvre). Dopo le decorazioni a chiaroscuro della chiesa della Purità a Udine (1759), T. seguì il padre a Madrid per decorare il Palazzo Reale (Glorificazione della Spagna, 1764-66); tra le opere eseguite dopo il ritorno a Venezia, la decorazione del palazzo Contarini (1789), ultima opera ufficiale, mostra una certa stanchezza, non raggiungendo più l’eleganza e la freschezza delle opere precedenti.
Importante è anche l’attività grafica di Giandomenico: numerosissimi i disegni, con brillanti e fantasiose scene di costume; tra le acqueforti emerge, per la grande padronanza del mezzo espressivo, la serie delle Idee pittoresche sopra la fuga in Egitto, pubblicata a Würzburg nel 1759 (di cui la presente tavola 10).
(Fonte: Treccani.it)

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Creatini & Landriani – Tiepolo, “Via crucis”

TIEPOLO Frontespizio
Tiepolo, Giandomenico – (Venezia 1726 – 1804)

VIA CRUCIS, 1748 -1749 –
Serie completa ed omogenea di 15 acqueforti (14 tavole e 1 frontespizio) –
mm  209×185 ca. ciascuna –
De Vesme, 34-49. Rizzi (1970), 38-53. Rizzi (1971), 39-54.

La prima serie incisa da Giandomenico, tratta dalle stazioni dipinte eseguite per l’Oratorio del Crocifisso nella Chiesa di San Polo a Venezia intorno al 1747. Il frontespizio è nel I stato su 5, dunque tutta la serie è nella prima edizione del 1749. Tutte le altre tavole nello stato unico.
Ottime impressioni coeve stampate con segno estremamente pieno e brillante su carta vergellata. Sottile margine oltre l’impronta della lastra, talvolta rifilate sull’impronta, tracce sporadiche di foxing, per il resto ottima conservazione.

La Via Crucis, composta di quindici rami ovvero quattordici stazioni precedute dal frontespizio, è tra le prime opere incise da Giandomenico e traduce in controparte all’acquaforte la serie omonima di dipinti eseguiti nel 1747 per l’oratorio del Crocifisso della Chiesa di San Polo in Venezia su committenza del parroco Bartolomeo Carminati. I rami furono incisi a partire dal 1748 e pubblicati nel 1749 come recita la scritta del frontespizio, unico foglio in cui compare il nome dell’autore. All’epoca in cui Giandomenico attendeva a questa sua opera da breve tempo l’autorità ecclesiastica aveva stabilito il numero definitivo delle Stazioni e l’episodio in ciascuna ricordato, e solo nel 1742 Benedetto XIV aveva imposto questa nuova devozione esortando i parroci “ad arricchire le loro chiese di un così grande tesoro)”. La Via Crucis di S. Polo è la prima in assoluto eseguita a Venezia, quindi Giandomenico si trovò di fronte a un’impresa del tutto inedita, realizzata all’età di poco più di vent’anni.
Il giovane Giandomenico, svolge il suo compito in modo nuovo, come se egli stesso si fosse unito alla folla che accompagna il condannato, conferendo alle scene un ritmo narrativo serrato e descrivendo con inquadrature quasi “fotografiche” una folla pittoresca di spettatori acconciati modernamente o in travestimenti esotici, figure “veneziane” che predominano sulle altre sebbene di fatto estranee al racconto. In ogni scena perno della composizione è comunque sempre la figura spoglia e sofferente del Cristo, che contrasta con l’opulenza degli abiti degli astanti e l’opera corrisponde con efficacia al proposito di esprimere un sentimento religioso “moderno”, patetico e intimo.

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Vitart – Pablo Picasso, “Nu, homme à la pipe et amour”

PICASSO Nu homme a la pipe et amour 1969 inchiostro su carta 31.2x44.3 cm

PABLO PICASSO
Nu, homme à la pipe et amour, 1969
inchiostro su carta
31.2×44.3 cm

NOTE:
data e firma in alto a sinistra: 24.1.69 I Picasso

PROVENIENZA:
Collezione Daniel Henry Kahnweiler, Parigi – Collezione privata

LETTERATURA:
Christian Zervos, Pablo Picasso, vol. 31, oeuvre 1969, Edition Cahier d’Art, Parigi, 1976,
p. 10, no. 27

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Vitart – Pablo Picasso, “La mariée”

PICASSO La mari+®e 1969 olio su cartone 43x33 cm

PABLO PICASSO
La mariée 1969
olio su cartone
43×33 cm

NOTE:
Archive:VI

PROVENIENZA:
Galleria Louis Le iris, Parigi – Collezione privata – Galleria Tega, Milano – Vitart S.A., Lugano

ESPOSIZIONE:
1997, Torino, palazzo bricherasio,Luci del Mediterraneo, Cat Electa
1998, Napoli, Galleria d’arte Moderna Le Ciminiere, Conoscere Picasso, Cat. Electa a cura di Achille Bonito Oliva
1998, Parigi, Museo Cafè D ‘Artista Montmartre, MontparnAsse, S. Germain de pres
1999, 2000, Tokio, Osaka, Museo di Odakio, Omeda
2003, cherasco, palazzo Salmatoris, Da Picasso a Fontana

LETTERATURA:
Catalogo generale, Zervos, Pablo Picasso, vol. 31 no. 12

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Vitart – Pablo Picasso, “Guitare”

PICASSO Guitar 1920 gouache on paper

PABLO PICASSO
Guitare , 1920
Gouache su carta
9 x 7 in

NOTE:
Firma in basso a destra

PROVENIENZA:
Dall’artista – L. Szecsi, New York – Howard Putzel, San Francisco – Otto Gerson, New York – Waddington Galleries, Londra – Collezione private, USA – Vitart S.A., Lugano

ESPOSIZIONI:
Contemporary Paintings and Sculpture by Mateo Hernandez Hung with Putzel Paintings and Prints belonging to Szecsi and Goriany, San
Francisco Museum of Modern Art, 2 – 22 agosto 1938, checklist no. 67

LETTERATURA:
Zervos, C. Pablo Picasso. Vol. 4, Oeuvres de 1920 – 1922, Parigi: Editions “Cahiers d’Art,” 1951, no. 41, p. 13.

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Vitart – Paul Klee, “Freieres in fester kleinteilung (freer objects in rigid segmentation)”

KLEE FREIERES IN FESTER KLEINTEILUNG 1928 PKF 4736 37.5x25.5 cm

PAUL KLEE
Freieres in fester kleinteilung ( freer objects in rigid segmentation ) 1928
watercolour and ink on paper
37.5×25.5 cm

NOTE:
Signed: Klee 1928 T 4 Freieres in fester kleinteilung

PROVENANCE:
Henry Kleeman, New York/ Munich – B. C. Holland gallery, Chicago (1969) – Galerie Beyeler, Basel (1969-1970) – Thomas G. Newman, New York ( 1970) – Studio Simonis, Turin/Paris (1989) – Vitart S.A., Lugano

EXHIBITED:
Munich 1954, no. 124, Paul Klee Haus der Kunst Muenchen 16.4-16.5. 1954
Venice 1954 no. 26, XXVII Biennale di Venezia , Venice, 19.6-17.10.1954
Modena/Varese 1993 no. 86, Modena/Varese 1993 no. 77 , I collezionisti /2 Una raccolta italiana Palazzina dei giardini, Modena, 16.5-4.7.1993, Musei Civici di Villa Mirabello, Varese, September- October 1993
Como 1995 no. 1995, 1995 Como Paul Klee Opere su carta Pinacoteca Civica Palazzo Volpi Como April 1995
Turin 2000/2001, Paul Klee Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Turin 26.10.2000 – 7.1 . 2001
(101 Werke)

LITERATURE:
Paul Klee Catalogue raisonné Band 5 1927-1930 Benteli , Herausgegeben vor der Paul- Klee-Stiftung, Kunstmuseum Bern, p 260, no. 4736

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