Tre secoli di collezioni su carta in asta da Sotheby’s

Stefano della Bella FLORENCE 1610 - 1664 RECTO: CARICATURE: A NIGHT WATCH; VERSO: THREE DWARFS IN CONVERSATION Pen and brown ink and grey wash, over black chalk (recto); Black chalk (verso); bears old attribution, in red chalk, verso: S. Della Bella 160 by 270 mm

Stefano della Bella
FLORENCE 1610 – 1664
RECTO: CARICATURE: A NIGHT WATCH; VERSO: THREE DWARFS IN CONVERSATION
Pen and brown ink and grey wash, over black chalk (recto);
Black chalk (verso);
bears old attribution, in red chalk, verso: S. Della Bella
160 by 270 mm Asta

Il 5 e 6 luglio 2016 la casa d’ asta Sotheby’s propone due lotti di disegni facenti parte della grande collezione dello studioso Paul Adolphus Oppè. Egli ha condotto lo studio dei disegni britannici come una ricerca scientifica. Era uno dei pochi primi collezionisti in Inghilterra di opere su carta nel corso del primo quarto del XX secolo, incluso Laurence Binyon, Randall Davis ( 1866-1946 ) e Thomas Girtin ( 1874-1961 ).

Jacopo Negretti, called Palma Il Giovane VENICE CIRCA 1548 - 1628 JUNO Pen and brown ink and wash, heightened with white, over black chalk, squared for transfer in black chalk; inscribed, centre right: Lumi(?) and bears old attribution, lower right: Palma; bears Sagredo numbering (L.2103a) on the mount in pen and brown ink, recto: G.P. no. 180. and verso: G.P. no: 298

Jacopo Negretti, called Palma Il Giovane
VENICE CIRCA 1548 – 1628
JUNO
Pen and brown ink and wash, heightened with white, over black chalk, squared for transfer in black chalk;
inscribed, centre right: Lumi(?) and bears old attribution, lower right: Palma;
bears Sagredo numbering (L.2103a) on the mount in pen and brown ink, recto: G.P. no. 180. and verso: G.P. no: 298

Paul Oppè fu un collezionista di disegni e studioso . Era il figlio di Siegmund Armin Oppé e Pauline Jaffé . Ha frequentato la St. Andrews University e il New College di Oxford, dove si è specializzato in old masters. Dopo la laurea, è stato nominato assistente di un professore di greco nel 1902 a St. Andrews , avanzando a docente nel 1904 e docente di storia antica presso l’Università di Edimburgo . Nel 1904 ha iniziato la raccolta di disegni, a cominciare da J. S. Cotman venduta a lui da Herbert Horne. Questo è cresciuto dopo il suo matrimonio in una vasta collezione opere su carta che includevano fra’ Bartolomeo, Giovanni da Udine, Barocci, Veronese,  Poussin, e Claude Lorrain.

Agostino Carracci BOLOGNA 1557 - 1602 PARMA DESIGN FOR A FAN WITH OSTRICH FEATHERS AND A MEDALLION WITH A PORTRAIT OF A WOMAN - Pen and brown ink over red chalk

Agostino Carracci
BOLOGNA 1557 – 1602 PARMA
DESIGN FOR A FAN WITH OSTRICH FEATHERS AND A MEDALLION WITH A PORTRAIT OF A WOMAN – Pen and brown ink over red chalk

La prima sessione (lotti 1-154 ) sarà costituita dall’ultima parte restante della famosa collezione assemblata nella prima metà del 20 ° secolo. La più grande sezione britannica della collezione Oppé fu acquistata dalla London Tate Gallery qualche anno fa, ma la famiglia ha mantenuto una selezione dei loro antichi maestri continentali preferiti, tra cui un magico, minimalista paesaggio romano di Claude Lorrain, un importante foglio di studio di Paolo Veronese per uno dei suoi incarichi più significativi, e altri eccezionali disegni di diversi artisti come Watteau, Carracci, Tiepolo e Guercino. Caricatura e satira sono stati temi molto cari ad Oppè, e la vendita include importanti caricature, come  Agostino Carracci, e una splendida serie di rappresentazioni vivaci di Stefano della Bella con alcuni nani che trascorrono il loro tempo in vari modi.

Sir Peter Lely SOEST 1618 - 1680 LONDON PORTRAIT OF THE ARTIST’S SON, JOHN LELY (1668-1728) Black and coloured chalks, heightened with white

Sir Peter Lely
SOEST 1618 – 1680 LONDON
PORTRAIT OF THE ARTIST’S SON, JOHN LELY (1668-1728)
Black and coloured chalks, heightened with white

Nella seconda sessione della vendita i punti salienti sono incentrati su cinque secoli di arte europea, a partire dai disegni di Peter Lely, tra cui uno degli unici due autoritratti esistenti e documentati della sua produzione, assieme ai ritratti di moglie e figlio che sorprendentemente sono rimasti in possesso della famiglia per più di tre secoli. In consegna di vendita c’è anche uno splendido ritratto di Ingres del giovane John William Montagu, forse il più bello fra tutta la serie dei suoi ritratti.

Andando indietro nel tempo abbiamo in asta una serie di opere del XIV secolo quali disegni fiorentini, che raramente si trovano in asta, o un capolavoro fiammingo del grande Stradano, commissionatogli dalla casata Da Medici da Cosimo nel 1563, per decorare la sala Grande di Palazzo Vecchio.

Relativi al XVII secolo saranno disponibili una serie di disegni del Guercino, con i primi studi effettuati per la costruzione dei primi affreschi della Cattedrale di Piacenza. Del XVIII secolo c’è un’interessante raffigurazione di Fragonard della sua visione in merito a “L’ispirazione dell’artista”, e infine all’interno della selezione britannica possiamo trovare dei favolosi disegni di Thomas Girtin e sette eccellenti acquerelli di JMW Turner che illustrano tutta la sua carriera. Durante l’ asta prevista per il 5 luglio verrà proposta solamente la selezione della Sessione 2.

Giovanni Domenico Tiepolo VENICE 1727 – 1804 A CENTAUR AND SATYR ON A ROAD, WITH TWO NYMPHS BEING ABDUCTED Pen and brown ink and wash, over traces of black chalk; bears numbering, upper left: 117 184 by 267 mm

    28 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Klee e l’indagine della realtà

Paul Klee, La macchina cinguettante, 1922 olio e acquerello su carta con acquerello e inchiostro su cartoncino.

Paul Klee, La macchina cinguettante, 1922
olio e acquerello su carta con acquerello e inchiostro su cartoncino.

Nel saggio La confessione creatrice del 1920, Paul Klee scrisse: “Una volta si rappresentavano cose che si potevano osservare sulla terra, che si vedevano volentieri. Ora si manifesta la realtà delle cose visibili e con questo si esprime il fatto che ciò che è visibile, in rapporto all’universo, è solo un esempio isolato e che altre verità sono solo latenti e innumerevoli.

Le cose appaiono in senso lato e molteplice e spesso si contraddicono le esperienze razionali del passato. Si tende ad una decomposizione di ciò che è casuale.” Nelle sue opere Klee vuole rappresentare la realtà con una concezione astratta, come se le sue forme andassero a scomporsi per poi ritrovarsi attraverso il colore.Agli inizi del 1900 Peter, conobbe, durante un viaggio a Parigi, Robert Delaunay, pittore simultaneo-cubista, e alla scoperta delle sue ricerche sul colore e la luce ne fu estasiato e molto influenzato.

Paul Klee - Porta nel giardino (Gate in the Garden), 1926. Olio su cartone

Paul Klee – Porta nel giardino (Gate in the Garden), 1926.
Olio su cartone

 

 

Ancor più decisivo fu il suo soggiorno a Tunisi, a seguito del quale lo stesso Klee affermò di essersi pienamente impadronito del colore e iniziò a prediligere nelle proprie opere le tonalità calde, tipiche di questa area geografica. Nello stesso anno scrisse: “Questo è il momento più felice della mia vita….il colore e io siamo una cosa sola: sono pittore”.
Non a caso i suoi studi sul colore attingono alle teorie di Delacroix, Goethe, Kandinsky e Delaunay, dalle quali Klee prende le mosse per concentrarsi sul movimento in accordo con i colori. È chiara l’idea che il disegno costituisca il nucleo dell’espressione concettuale e che il colore ne sia l’anima irrazionale. Si arriva così alla definizione di “ ritmo circolare del colore”, o al concetto di “disco cromatico”, dove la circonferenza è divisa in sei segmenti che segnano le principali relazioni cromatiche.
Nei suoi Diari ci dice: “superfici formate da linee che entrano in rapporto vicendevole”, ed è proprio attraverso il colore che queste distanti linee si incontrano. A proposito della produzione grafica di Klee e della sua inesausta ricerca,  quale si manifesta anche attraverso la scelta dei supporti, che vanno dalla tradizionale tela alla carta di giornale, alla juta, a cartoncini di ogni qualità e spessore, occorre tener presente anche  la maggior parte dei suoi disegni che sono prodotti su tradizionali carte adattate al formato A4, mentre nelle opere tardive utilizzava prevalentemente una carta da lettere “telata” oltre a fogli di minuta e carte giapponesi che fin dai primi disegni ha utilizzato.

Paul Klee - Kindheit, 1938 Kleisterfarbe su carta su cartone, Berna - Zenztrum

Paul Klee – Kindheit, 1938
Kleisterfarbe su carta su cartone, Berna – Zenztrum

Per i suoi disegni Klee adoperò matite, penne ed inchiostri e dei Kleisferfarbe, lunghi pennelli intinti con colore nero, ma fra tutti gli strumenti a sua disposizione egli amava disegnare con le “Zulu”, delle particolari matite a carbone che come le “Pitt” lasciavano apparire un tratto più marcato. I disegni dell’ultimo Klee si contrappongono per autonomia ai suoi quadri, e lui stesso nota quanto si caratterizzino rispetto all’impronta cromatica vivente dei suoi dipinti, soprattutto per il largo uso del carboncino. Le linee non sono sottilmente snodate sul foglio, ma ne prendono decisamente il pieno possesso.

 

É arduo parlare di realtà nel caso di Klee: la sua pittura scaturisce dalla sua immaginazione come analisi del reale, dei sentimenti, delle sensazioni che gli presentano il grande quesito della sua presenza al mondo, immagini che prendono forma generando la pace della risolta confutazione interiore.

    26 May 2016   Artisti, Blog   Comments Off on Klee e l’indagine della realtà Leggi tutto
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