Massimo Dolcini e la grafica sociale. Un segno “grasso”

Dolcini Massimo - uomo con dondoloLa grande opera grafica di Massimo Dolcini arriva a Sondrio, dopo il successo dalla prima importante monografica dell’estate 2015 a Fano, la nuova mostra sarà inaugurata negli spazi espositivi di Palazzo Sertoli e del MVSA Museo Valtellinese di Storia e Arte. Massimo Dolcini è sicuramente un protagonista della storia della grafica e della comunicazione italiana, e con il suo lavoro uno dei più convinti promotori della “cittadinanza attiva”. Ogni cittadino nella sua visione societaria deve essere partecipe in prima persona dello sviluppo della comunità. Per poter essere protagonisti, e non solo spettatori passivi, la prima necessità, il primo passaggio, è l’essere informati di ciò che la Pubblica Amministrazione, nel suo caso principalmente il Comune, sta facendo. Dolcini, operando in un territorio all’epoca marginale come le Marche ebbe un ruolo da apripista per quella che sarebbe stata conosciuta come la “grafica di pubblica utilità”, ovvero la grafica al servizio degli utenti, dei cittadini.

Dolcini - Concerti delle ventuno

Dolcini – Concerti delle ventuno

«Il suo segno “grasso” procede per intuizioni che paiono semplici, ma che sono il risultato sintetico di scarti analitici fino ad arrivare al segno più elementare, che è anche il più narrativo e il più carico di memorie e “tradizioni” per ognuno di noi» scrive Italo Lupi sugli ultimi operati di Dolcini. «Lo spessore del suo segno prevale sulla tipografia e sul lettering; nei suoi manifesti i colori si inseguono pastosi per giocare su una nuova tavolozza: di lontano si sentono gli echi formali certo non più di Steiner, quanto forse di un Michele Provinciali con la sua eleganza parmigiana e una contemporanea padana solidità, terragna ed empirica».

Dopo gli studi al Corso Superiore di Arte Grafica di Urbino con Albe Steiner e Michele Provinciali, nel 1971 venne incaricato nella comunicazione presso il Comune di Pesaro, dove scelse la strada dell’approccio diretto, esplicativo, riconoscibile. Il suo obiettivo è di far comunicare le Istituzioni con i cittadini, coinvolgendoli nel processo di amministrazione de la res publica. Mediante i suoi inconfondibili manifesti, affissi quotidianamente sui muri pesaresi per oltre vent’anni, la cittadinanza veniva informata in modo universale di qualunque tipo di evento politico, culturale, urbanistico e sanitario.

Belle arti, “Idee Vuoto Potere PCI”, Massimo Dolcini.

Belle arti, “Idee Vuoto Potere PCI”, Massimo Dolcini.

La mostra è curata da Mario Piazza, con la direzione di Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra. Consente di spaziare nell’immaginario del grafico e capire in profondità il suo pensiero e la sua opera. L’esposizione presenterà Dolcini nei suoi molteplici volti: grafico, progettista, fotografo, disegnatore, ceramista, imprenditore, didatta, gastronomo, operatore culturale, manager, appassionato uomo civile e artista. Non volendo tralasciare gli aspetti di vita personale dell’artista saranno esposti disegni, fotografie, sculture e documenti di altro genere, fra cui dei taccuini che lui stesso disegnava per le figlie, pubblicati per la prima volta da Corraini Edizioni.

In quegli anni lui si sentiva un “grafico condotto”, vedendosi come operatore impegnato nel progetto sociale in cui incanalare tutto il suo talento. Nate per Pesaro e i pesaresi, le sue campagne di pubblica utilità diventano presto un vero punto di riferimento per la grafica in Italia, stimolando un dibattito di respiro nazionale sulla progettazione dell’immagine pubblica e facendo conoscere il lavoro di Dolcini e del suo studio Fuorischema a livello internazionale. Come il critico statunitense Richard Sennett commentò, “le capacità dell’artigiano di scavare in profondità si situano al polo opposto di una società moderna che preferisce la superficialità, la formazione veloce. [..] Il fatto di imparare a svolgere bene un lavoro mette gli individui in grado di governarsi e dunque di diventare bravi cittadini. Il lavoro ben fatto è quindi anche un modello di cittadinanza consapevole. L’attitudine al fare, comune a tutti gli uomini, insegna a governare noi stessi e a entrare in relazione con altri cittadini su questo terreno comune.” Pensiero che Dolcini avrebbe assolutamente sottoscritto e approvato.

Massimo Dolcini - Carnet di viaggio - 1000x600

Massimo Dolcini – Carnet di viaggio

MASSIMO DOLCINI – Grafica per una cittadinanza consapevole

Ingresso libero

info per il pubblico su www.creval.it

Sedi Galleria Credito Valtellinese

Piazza Quadrivio, 8 – Sondrio

MVSA, Palazzo Sassi de’ Lavizzari

Via M. Quadrio, 27 – Sondrio

Durata 15 luglio – 7 ottobre 2016 presso Sondrio

Inaugurazione giovedì 14 luglio 2016, ore 18.30

Sala dei Balli – Palazzo Sortoli

    02 Jul 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

L’avanguardia surrealista di Escher a Palazzo Reale

Escher - Rebus 10

Escher – Rebus 10

Le opere grafiche di Escher sono celebri per l’uso fantasmagorico degli effetti ottici. Il campionario sviluppato da lui contempla le sorprese più spettacolari che vanno da illusionistici paesaggi, prospettive invertite, costruzioni geometriche minuziosamente disegnate e altro ancora, frutto della sua inesauribile vena fantastica, che incantano e sconcertano dando un ordinato appagamento alla vista. Nelle opere di Escher l’ambiguità visiva diventa ambiguità di significato, con la conseguenza che i concetti di positivo e negativo, corretto e scorretto sono intercambiabili. Traspaiono dall’opera e dalle invenzioni di questo artista i suoi molteplici interessi e le variegate fonti di ispirazione, dalla psicologia alla matematica, dalla poesia alla fantascienza.

Escher - Mobius Strip II

Escher – Mobius Strip II

Tra i suoi più grandi estimatori non c’erano però solo critici, artisti e appassionati d’arte, ma anche logici, fisici e matematici che vedevano nelle sue opere la rappresentazione di importanti principi della matematica e della geometria. Un risultato straordinario se si considera che Escher non era andato oltre l’istruzione matematica formale della scuola secondaria. Le implicazioni logiche, matematiche, geometriche e fisiche sono piuttosto variegate nel suo operato, basti osservare le mani che si disegnano, o i processi ricorsivi, quali l’Effetto Droste collegato a particolari montaggi di rotazione del piano, a volte collegate a questioni topologiche come la percorrenza di una superficie bidimensionale che si estende in uno spazio tridimensionale come il Nastro di Mobius. L’infinito derivante da un sentimento che va ad associarsi con le questioni matematiche, antecedenti alle geometrie frattali a sviluppo infinito, od il moto perpetuo e ancora i dischi di Poincarè. Escher spazia dimensionalmente con la fantasia, riesce a creare piani diversi che si incontrano, come in “rettili”, dove piccoli animali preistorici escono dal mondo bidimensionale di un libro, per poi farvi ritorno.

Escher - Rettili - Mott The Hoople (1969)

Escher – Rettili – Mott The Hoople (1969)

Prendendo avvio dalle radici Liberty della sua produzione, la mostra di Milano si sofferma sulle varie tappe della cultura figurativa, navigando gli aspetti impossibili delle sue bizzarre opere, ispirate alle architetture moresche e italiane e allo stesso tempo debitrici alla scienza e alla matematica ma specialmente alle avanguardie storiche europee a lui contemporanee. Con un’esposizione di oltre 200 opere, la mostra di Escher a Milano si profila come una delle mostre monografiche più complete e intriganti della stagione culturale milanese, con importanti prestiti e capolavori che ben illustrano il successo internazionale di Escher e della sua grafica.

ESCHER a Palazzo Reale dal 24.06.2016 al 22.01.2017

per info e costi visita palazzorealemilano.it

 

    27 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

L’arte della bella scrittura – a Chiasso con Simonetta Ferrante

The fields in view, Scotland, 2014 libro d'artista in scatola 22x22x4,5 cm Guarda la gallery

La mostra al m.a.x. museo di Chiasso inaugurata il 21 maggio 2016 si inserisce nel filone della “grafica contemporanea”, ed è dedicata quest’anno a Simonetta Ferrante (1930), artista attiva da ben sessanta anni, che ha saputo distinguersi per un singolare percorso costantemente volto alla ricerca della memoria del visibile.
E’ questa la prima antologica dedicata a Simonetta Ferrante, che fin da giovane si intrattiene rapporti di lavoro e amicizia con i principali esponenti del circolo internazionale di grafici, designer e fotografi. La mostra affronta tutto il suo elaborato percorso: dai primi anni della formazione sino al 2016, mettendo in luce e a confronto il doppio background fra grafica, design, arte e calligrafia e andando a scoprire le tappe della sua ricerca in tutte le sue diverse tecniche e fasi.

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Simonetta Ferrante iniziò la sua attività in graphic design presso Max Huber e Pier Giacomo Castiglioni, poi frequentò su consiglio di Giovanni Pintori la Central School of Arts and Crafts di Londra, lavorando con Bob Noorda, poi con Bruno Munari, collaborando con Giovanna Graf e Carlo Pollastrini per i Supermercati Esselunga, Galgano, Fotorex, Elettrocarbonium, 3M-Minnesota, Mondadori, Rizzoli e DataControl.
Si dedicò in seguito all’incisione, alla pittura, al collage, ai libri d’artista, alle installazioni, e subì in particolare il fascino dell’arte calligrafica.

Simonetta Ferrante

Questi disparati ambiti sono collegati da uno scopo poetico artistico diretti allo studio del segno, del colore, del ritmo e della scrittura: fra grafica, design, arte e calligrafia.
Il percorso espositivo si articola secondo uno sguardo cronologico-tematico: partendo dal suo primo periodo di formazione alla Central School of Arts and Crafts di Londra ritroveremo manufatti grafici, disegni, carboncini e gessi che sono più vicini all’ambito del collage e della sperimentazione che Simonetta Ferrante con il tempo approfondì. In questo primo periodo si può osservare la sua passione per il disegno. Segue l’inizio della sua attività vera e propria di graphic designer, accompagnata da molti illustri incontri.

Un’altra sezione in mostra è dedicata alla grafica e illustratrice svizzera Giovanna Graf, che fra il 1961 e il 1971 ha condiviso lo studio con Simonetta Ferrante a Milano. Suoi manifesti, locandine, inviti e bozzetti per La Rinascente, per Teodora e altri marchi che si presentano in tutta la freschezza della sua coinvolgente grafica.

Alcune sale del m.a.x. Saranno dedicate all’esposizione dei libri d’artista di Simonetta Ferrante, delle incisioni, le sculture in carta e plexiglass, i dipinti a olio, i monotipi, i collage, le tecniche miste, gli inchiostri, le installazioni, le tempere e gli acquerelli. Potremo soprattutto godere del suo grande lavoro di ricerca effettuato sulle carte.simonetta-ferrante1

L’esposizione – accompagnata da un catalogo – La mostra gode del patrocinio di Aiap-Associazione italiana design della comunicazione visiva, e del Gruppo Calligrafia Ticino. Simonetta Ferrante – dal 21.05.2016 al 25.09.2016 con chiusura estiva del m.a.x. museo da lunedì 01.08 a lunedì 22.08.2016 compresi.

Per info e contatti visitare il sito http://www.centroculturalechiasso.ch/m_a_x_museo/simonetta-ferrante-1930-la-memoria-del-visibile-segno-colore-ritmo-e-calligrafie/

    27 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto
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