Sono tre i fondamenti che la macchina fotografica di Daniel Hernández-Salazarcon percorre. La documentazione dei fatti e della storia, la riflessione profonda su questa e, come risultato dei due processi precedenti, la sua azione politica e la sua risposta esistenziale alla vita. “Affinché tutti lo sappiano” è frutto dell’iniziativa realizzata dall’Ambasciata Svizzera in Italia e promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Grazie al sostegno del Dipartimento Federale Svizzero degli Affari Esteri è stato possibile costruire questa esperienza fotografica, allo scopo di confermare i diritti umani ancora una volta, e di invocare la pace una volta ritrovatisi davanti a le barbarie del passato, ma anche del nostro presente. La Svizzera contribuisce, in diversi contesti e paesi nel mondo, a iniziative ed elaborati che mirano ad una “restaurazione” del passato mediante la prevenzione dalle atrocità.
Un altro tema molto scottante trattato dall’autore è la sessualità delle ragazze cattoliche, i quali scatti inizialmente erano stati molto contestati, come del resto gli scatti di nudo autoerotici. Il problema che nasce alla base è che se ci si sente offesi dalla sessualizzazione di studentesse cattoliche, si noterà che stiamo vivendo in un ambiente ricco di “destinazione”.
Ci sono davvero migliaia di ragazze vestite con questa uniforme tutti i giorni ad Antigua.
Nella psico-sessualità della nostra cultura non vi è alcun modello più iconico del desiderio proibito di una ragazza in calze al ginocchio e una minigonna scozzese. Questo, probabilmente, è il risultato naturale della religione dominante nella nostra cultura.
La maggior parte delle immagini della mostra fanno parte dell’antologia dell’opera di Daniel Hernández-Salazar (So That All Shall Know / Para que todos lo sepan, University of Texas Press, 2007).