Le rare carte di Tiepolo si concentrano in Friuli

tiepolo(2)Grazie alle ricerche di Knox abbiamo la certezza di quanto in realtà siano rari i disegni giovanili a gesso bianco e nero di Giovanni Battista Tiepolo. Effettivamente soltanto il grande “nudo virile seduto” della Staatsgalerie può essere associato ad una delle prime opere dell’artista, il Martirio di San Bartolomeo di San Stae del 1722. Appaiono invece differenti i disegni sui “tre nudi” del Museo Civico di Udine, dei quali oggi è stata accettata una datazione attorno al 1720, mentre il solo foglio “angeli cantori e musicanti” che fa da bozzetto alla decorazione alla cappella del Sacramento del Duomo di Udine del 1726, documenta con precisione l’attività friulana dell’artista, che ad oggi manca di un preciso fondamento, se non per i disegni rinvenuti se escludiamo le copie dei disegni di Giovanni Raggi e Francesco Guardi, conservate nel primo taccuino di Berlino.

 

giambattista_tiepolo_figure_femminili_e_piccolo_zefiro_sulle_nubi_galleryCertamente più interessante è il ritrovamento di alcuni fogli di Tiepolo facenti parte di uno smembrato taccuino per gli appunti, che per ragioni stilistiche e per confrontarli con gli affreschi del Palazzo Patriarcale di Udine, con i quali molti di essi sembrano avere una certa appartenenza data dall’esperienza friulana dell’artista.
I fogli appartengono oggi a varie collezioni, ma la loro provenienza dal taccuino è certa. Essi sono appunto caratterizzati dalla stessa tecnica con tratto a gesso bianco e nero, sulla medesima carta ruvida senza filigrana, piuttosto grezza, di colore camoscio tendente al grigio.
Le misure dei fogli variano su entrambe i lati, da un massimo di 304 mm ad un minimo di 209 mm, poiché sono stati sottoposti a tagli e riduzioni dopo il loro smembramento dal taccuino originale, avvenuto per strappo lungo il margine centrale.Giambattista-Tiepolo-Avvocato-veneziano-alla-sua-scrivania-1755_1760-National-Gallery-of-Art-Washington-Ailsa-Mellon-Bruce-Fund

 

Dopo quest’operazione i fogli hanno preso due destinazioni differenti: un gruppo di essi è confluito nelle collezioni del Conte Giacomo Carrara di Bergamo durante la prima metà del ‘700, e da queste, per lascito all’Accademia di Carrara dove tutt’ora si trovano. Il secondo gruppo è costituito dai disegni che oggi si trovano in parte in due collezioni private, e per il resto al Fogg Museum of Art di Cambridge. Questi fogli si distinguono dalla scritta espositiva “piazzetta” che si trovano sul margine superiore, e dai numeri sul margine inferiore a destra, il più alto dei quali attesta che questa seconda parte del taccuino, evidentemente smembrato prima dell’acquisto di alcuni disegni da parte del Conte Giacomo Carrara, era composto da 29 fogli, e un’ultimo foglio (K), appartenente alla collezione Marignane di Montecarlo, che però non riporta numerazione.

    28 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Tre secoli di collezioni su carta in asta da Sotheby’s

Stefano della Bella FLORENCE 1610 - 1664 RECTO: CARICATURE: A NIGHT WATCH; VERSO: THREE DWARFS IN CONVERSATION Pen and brown ink and grey wash, over black chalk (recto); Black chalk (verso); bears old attribution, in red chalk, verso: S. Della Bella 160 by 270 mm

Stefano della Bella
FLORENCE 1610 – 1664
RECTO: CARICATURE: A NIGHT WATCH; VERSO: THREE DWARFS IN CONVERSATION
Pen and brown ink and grey wash, over black chalk (recto);
Black chalk (verso);
bears old attribution, in red chalk, verso: S. Della Bella
160 by 270 mm Asta

Il 5 e 6 luglio 2016 la casa d’ asta Sotheby’s propone due lotti di disegni facenti parte della grande collezione dello studioso Paul Adolphus Oppè. Egli ha condotto lo studio dei disegni britannici come una ricerca scientifica. Era uno dei pochi primi collezionisti in Inghilterra di opere su carta nel corso del primo quarto del XX secolo, incluso Laurence Binyon, Randall Davis ( 1866-1946 ) e Thomas Girtin ( 1874-1961 ).

Jacopo Negretti, called Palma Il Giovane VENICE CIRCA 1548 - 1628 JUNO Pen and brown ink and wash, heightened with white, over black chalk, squared for transfer in black chalk; inscribed, centre right: Lumi(?) and bears old attribution, lower right: Palma; bears Sagredo numbering (L.2103a) on the mount in pen and brown ink, recto: G.P. no. 180. and verso: G.P. no: 298

Jacopo Negretti, called Palma Il Giovane
VENICE CIRCA 1548 – 1628
JUNO
Pen and brown ink and wash, heightened with white, over black chalk, squared for transfer in black chalk;
inscribed, centre right: Lumi(?) and bears old attribution, lower right: Palma;
bears Sagredo numbering (L.2103a) on the mount in pen and brown ink, recto: G.P. no. 180. and verso: G.P. no: 298

Paul Oppè fu un collezionista di disegni e studioso . Era il figlio di Siegmund Armin Oppé e Pauline Jaffé . Ha frequentato la St. Andrews University e il New College di Oxford, dove si è specializzato in old masters. Dopo la laurea, è stato nominato assistente di un professore di greco nel 1902 a St. Andrews , avanzando a docente nel 1904 e docente di storia antica presso l’Università di Edimburgo . Nel 1904 ha iniziato la raccolta di disegni, a cominciare da J. S. Cotman venduta a lui da Herbert Horne. Questo è cresciuto dopo il suo matrimonio in una vasta collezione opere su carta che includevano fra’ Bartolomeo, Giovanni da Udine, Barocci, Veronese,  Poussin, e Claude Lorrain.

Agostino Carracci BOLOGNA 1557 - 1602 PARMA DESIGN FOR A FAN WITH OSTRICH FEATHERS AND A MEDALLION WITH A PORTRAIT OF A WOMAN - Pen and brown ink over red chalk

Agostino Carracci
BOLOGNA 1557 – 1602 PARMA
DESIGN FOR A FAN WITH OSTRICH FEATHERS AND A MEDALLION WITH A PORTRAIT OF A WOMAN – Pen and brown ink over red chalk

La prima sessione (lotti 1-154 ) sarà costituita dall’ultima parte restante della famosa collezione assemblata nella prima metà del 20 ° secolo. La più grande sezione britannica della collezione Oppé fu acquistata dalla London Tate Gallery qualche anno fa, ma la famiglia ha mantenuto una selezione dei loro antichi maestri continentali preferiti, tra cui un magico, minimalista paesaggio romano di Claude Lorrain, un importante foglio di studio di Paolo Veronese per uno dei suoi incarichi più significativi, e altri eccezionali disegni di diversi artisti come Watteau, Carracci, Tiepolo e Guercino. Caricatura e satira sono stati temi molto cari ad Oppè, e la vendita include importanti caricature, come  Agostino Carracci, e una splendida serie di rappresentazioni vivaci di Stefano della Bella con alcuni nani che trascorrono il loro tempo in vari modi.

Sir Peter Lely SOEST 1618 - 1680 LONDON PORTRAIT OF THE ARTIST’S SON, JOHN LELY (1668-1728) Black and coloured chalks, heightened with white

Sir Peter Lely
SOEST 1618 – 1680 LONDON
PORTRAIT OF THE ARTIST’S SON, JOHN LELY (1668-1728)
Black and coloured chalks, heightened with white

Nella seconda sessione della vendita i punti salienti sono incentrati su cinque secoli di arte europea, a partire dai disegni di Peter Lely, tra cui uno degli unici due autoritratti esistenti e documentati della sua produzione, assieme ai ritratti di moglie e figlio che sorprendentemente sono rimasti in possesso della famiglia per più di tre secoli. In consegna di vendita c’è anche uno splendido ritratto di Ingres del giovane John William Montagu, forse il più bello fra tutta la serie dei suoi ritratti.

Andando indietro nel tempo abbiamo in asta una serie di opere del XIV secolo quali disegni fiorentini, che raramente si trovano in asta, o un capolavoro fiammingo del grande Stradano, commissionatogli dalla casata Da Medici da Cosimo nel 1563, per decorare la sala Grande di Palazzo Vecchio.

Relativi al XVII secolo saranno disponibili una serie di disegni del Guercino, con i primi studi effettuati per la costruzione dei primi affreschi della Cattedrale di Piacenza. Del XVIII secolo c’è un’interessante raffigurazione di Fragonard della sua visione in merito a “L’ispirazione dell’artista”, e infine all’interno della selezione britannica possiamo trovare dei favolosi disegni di Thomas Girtin e sette eccellenti acquerelli di JMW Turner che illustrano tutta la sua carriera. Durante l’ asta prevista per il 5 luglio verrà proposta solamente la selezione della Sessione 2.

Giovanni Domenico Tiepolo VENICE 1727 – 1804 A CENTAUR AND SATYR ON A ROAD, WITH TWO NYMPHS BEING ABDUCTED Pen and brown ink and wash, over traces of black chalk; bears numbering, upper left: 117 184 by 267 mm

    28 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

L’avanguardia surrealista di Escher a Palazzo Reale

Escher - Rebus 10

Escher – Rebus 10

Le opere grafiche di Escher sono celebri per l’uso fantasmagorico degli effetti ottici. Il campionario sviluppato da lui contempla le sorprese più spettacolari che vanno da illusionistici paesaggi, prospettive invertite, costruzioni geometriche minuziosamente disegnate e altro ancora, frutto della sua inesauribile vena fantastica, che incantano e sconcertano dando un ordinato appagamento alla vista. Nelle opere di Escher l’ambiguità visiva diventa ambiguità di significato, con la conseguenza che i concetti di positivo e negativo, corretto e scorretto sono intercambiabili. Traspaiono dall’opera e dalle invenzioni di questo artista i suoi molteplici interessi e le variegate fonti di ispirazione, dalla psicologia alla matematica, dalla poesia alla fantascienza.

Escher - Mobius Strip II

Escher – Mobius Strip II

Tra i suoi più grandi estimatori non c’erano però solo critici, artisti e appassionati d’arte, ma anche logici, fisici e matematici che vedevano nelle sue opere la rappresentazione di importanti principi della matematica e della geometria. Un risultato straordinario se si considera che Escher non era andato oltre l’istruzione matematica formale della scuola secondaria. Le implicazioni logiche, matematiche, geometriche e fisiche sono piuttosto variegate nel suo operato, basti osservare le mani che si disegnano, o i processi ricorsivi, quali l’Effetto Droste collegato a particolari montaggi di rotazione del piano, a volte collegate a questioni topologiche come la percorrenza di una superficie bidimensionale che si estende in uno spazio tridimensionale come il Nastro di Mobius. L’infinito derivante da un sentimento che va ad associarsi con le questioni matematiche, antecedenti alle geometrie frattali a sviluppo infinito, od il moto perpetuo e ancora i dischi di Poincarè. Escher spazia dimensionalmente con la fantasia, riesce a creare piani diversi che si incontrano, come in “rettili”, dove piccoli animali preistorici escono dal mondo bidimensionale di un libro, per poi farvi ritorno.

Escher - Rettili - Mott The Hoople (1969)

Escher – Rettili – Mott The Hoople (1969)

Prendendo avvio dalle radici Liberty della sua produzione, la mostra di Milano si sofferma sulle varie tappe della cultura figurativa, navigando gli aspetti impossibili delle sue bizzarre opere, ispirate alle architetture moresche e italiane e allo stesso tempo debitrici alla scienza e alla matematica ma specialmente alle avanguardie storiche europee a lui contemporanee. Con un’esposizione di oltre 200 opere, la mostra di Escher a Milano si profila come una delle mostre monografiche più complete e intriganti della stagione culturale milanese, con importanti prestiti e capolavori che ben illustrano il successo internazionale di Escher e della sua grafica.

ESCHER a Palazzo Reale dal 24.06.2016 al 22.01.2017

per info e costi visita palazzorealemilano.it

 

    27 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Il patrimonio dei codici di Leonardo Da Vinci

Homem Vitruviano – Leonardo Da Vinci.

Homem Vitruviano – Leonardo Da Vinci

Il corpus degli scritti di Leonardo è costituito da circa cinquemila pagine di appunti, che probabilmente rappresentano una piccola parte della sua sterminata produzione, un terzo secondo gli studi, largamente maltrattata e dispersa nel corso dei secoli. Leonardo aveva l’abitudine di portare sempre con sé quaderni e taccuini, sui quali annotava con minuziosità e a profusione, con la sua inconfondibile scrittura speculare, tutto ciò che lo interessava del mondo circostante. Non meno copiosa era la produzione “casalinga”. Rientrato nell’abitazione redigeva progetti, disegnava macchine, preparava bozzetti o studi di quadri e sculture, o di particolari di essi, raggruppando graficamente le idee concepite nel corso dei suoi spostamenti.

Leonardo da Vinci, Trattato di Pittura, Codice Vaticano Urbinate Lat. 1270, Biblioteca Apostolica Vaticana.

Leonardo da Vinci, Trattato di Pittura, Codice Vaticano Urbinate Lat. 1270, Biblioteca Apostolica Vaticana.

La vastità dei suoi interessi, nei più svariati campi della conoscenza, è testimoniata dagli oltre quattromila fogli contenenti suoi disegni e annotazioni. Essi si presentano sciolti o raccolti in fascicoli o codici, oggi sparsi in musei, biblioteche e raccolte di tutto il mondo e quasi tutti databili a dopo il 1480, con una particolare incidenza a partire dal soggiorno milanese.

Anche se dei suoi scritti va fatta una distinzione fondamentale tra i taccuini di appunti, che l’artista portava sempre con sé per annotazioni veloci, e tra fascicoli più ordinati, talvolta dedicati a particolari argomenti, quali l’anatomia, l’ottica, l’arte bellica, la meccanica, il volo degli uccelli o il moto delle acque. I taccuini hanno il testo inserito negli spazi lasciati liberi dagli schizzi, mentre nei fascicoli troviamo un’organizzazione più accurata di immagini e testo. Per Leonardo Da Vinci il disegno non è legato a necessità decorative, ma è un insostituibile mezzo di rappresentazione e analisi della realtà, ancor più efficace dello scritto.

Di seguito vi presentiamo cinque dei principali codici leonardeschi
Insetto, uccello, libellula, robot - LEONARDO DA VINCI - ROBOT VOLANTE (DRONE) COD. ATLANTICO f.1059

Insetto, uccello, libellula, robot – LEONARDO DA VINCI – ROBOT VOLANTE (DRONE) COD. ATLANTICO f.1059

Codice Atlantico (64,5 x 43,5 cm; 1119 fogli raccolti in 12 volumi rilegati in pelle; conservato a Milano presso la Biblioteca Ambrosiana). È stato chiamato così perché Leoni dispose gli scritti di Leonardo su fogli del formato solitamente utilizzato per realizzare gli atlanti geografici. Il Codice Atlantico raccoglie disegni per buona parte databili tra il 1478 e il 1518, ed inerenti vari argomenti, dalla matematica alla botanica e alle arti militari. In questo manoscritto è presente la definizione che Leonardo diede di se stesso, ossia omo sanza lettere («So bene che, per non essere io letterato, che alcuno presuntuoso gli parrà ragionevolmente potermi biasimare coll’allegare io essere omo sanza lettere» – folio 119, verso A). In occasione dell’EXPO 2015 tra settembre 2009 a settembre 2015, i fogli del Codice Atlantico sono stati esposti a rotazione nella Sacrestia del Bramante all’interno del Convento di Santa Maria delle Grazie e nella Sala Federiciana della Biblioteca Ambrosiana.

Codici dell’Istituto di Francia (964 fogli raccolti in dodici manoscritti cartacei, alcuni rilegati in pergamena, altri in pelle, altri ancora in cartone; conservati a Parigi, presso l’Istituto di Francia). I manoscritti hanno diverse misure, che vanno da 10×7 cm a 31.5×22 cm. Per convenzione sono indicati con una lettera dell’alfabeto, dalla A alla M. I più importanti per gli studi sulle acque e sul territorio lombardo sono:

Codici Ashburnham, convenzionalmente identificati con due numeri: 2037 l’ex codice B e 2038 l’ex codice A, si tratta di due manoscritti cartacei (dimensione 24×19 cm), rilegati in cartone. In origine facevano parte del manoscritto A da cui sono stati strappati alla metà dell’Ottocento da Guglielmo Libri.

Leonardo da Vinci ,un foglio del Trattato della Pittura

Leonardo da Vinci ,un foglio del Trattato della Pittura

MANOSCRITTO A (cm 22×15; conservati 63 fogli dei 144 originari) Si presenta mutilo rispetto l’originale, a causa del furto di numerosi fogli, alcuni mai ritrovati, che ne ricompose una parte in volume vendendolo all’inglese Lord Ashburnham. Il fascicolo fu poi recuperato e catalogato come Ashburnham 2038. Il contenuto del manoscritto, datato 1490-1492, riguarda prevalentemente la pittura e la fisica, con le considerazioni sul moto a fare da denominatore comune. Il tema della pittura vi è discusso in modo particolareggiato, tanto è vero che Francesco Melzi ne trascrisse ampi stralci nel suo Libro di pittura – poi pubblicato a metà Seicento come Trattato della pittura. Nel Codice Ashburnham 2038, ai fogli 114 recto e 114 verso, compaiono studi di decorazioni datati 1492.

Leonardo Da Vinci - Codice Ashburnham B - La città ideale

Leonardo Da Vinci – Codice Ashburnham B – La città ideale

MANOSCRITTO B (cm 23×16; conservati 84 fogli dei 100 originari). Redatto tra il 1487 e il 1490, esso è insieme al Codice Trivulziano il più antico degli autografi di Leonardo. Guglielmo Libri ne rubò parecchi fogli, che puoi furono rilegati in volumi e venduti a Lord Ashburnham (Ashburnham 2037). La sua redazione comincia quando Leonardo è già trentacinquenne, e contiene disegni di armi e macchine militari o da lavoro, chiese a pianta centrale (quella di Vigevano), la famosa “città ideale”su due livelli e gli avveniristici progetti di macchine volanti e altre formidabili invenzioni (una vite aerea che sembra anticipare l’elicottero, il sottomarino). È questo il manoscritto dove Leonardo traccia disegni sulla strada coperta, che viene proposta a miglioramento difensivo in uno studio di disposizione interna nella ghirlanda del Castello di Milano. «Nobile corridore» è definita da Leonardo la strada coperta (che a Vigevano unisce il castello alla Rocca Vecchia), mentre il disegno della «polita stalla» somiglia molto alla scuderia modello voluta, sempre a Vigevano, da Ludovico il Moro nel 1490.

Manoscritto F (cm 14,5×10; 96 fogli) La sua compilazione risale al 1508, e si è conservato praticamente intatto. Ha per oggetto lo studio dell’acqua, ma un’ampia parte è dedicata all’ottica e allo studio della luce da cui si passa anche alla cosmologia, discutendo per esempio l’ipotesi dell’origine della Terra per emersione delle acque del mare.

Codice sul volo degli uccelli
Questo codice al volo degli uccelli si trova presso la Biblioteca Reale di Torino ed è composto da 17 pagine (21×15 cm) rispetto alle 18, databili intorno al 1505.
Tratta principalmente del volo degli uccelli che Leonardo analizza con un rigoroso approccio meccanico, così come studia la funzione dell’ala, la resistenza dell’aria, i venti e le correnti.

Codex Arundel - Manoscritto H

 Manoscritto H

Gli altri manoscritti minori sono il Codice Arundel (28×18 cm le carte di supporto; 283 fogli rilegati in marocchino; conservato a Londra presso la British Library), che contiene soprattutto studi di fisica, meccanica e architettura ed è databile tra il 1478 e il 1518; il Codice Trivulziano (20.5×14 cm; 55 fogli dei 62 originari; conservato presso la Biblioteca Trivulziana di Milano), databile tra il 1487e il 1490, che contiene studi di architettura militare e religiosa e ma anche riflessioni sulla lingua e la letteratura italiana; Manoscritto H (cm 10,5×8; 142 fogli) composto da tre quaderni, redatti nel 1493-1494, dedicato prevalentemente allo studio dell’acqua; i due Codici di Madrid (21×15 cm; rispettivamente 192 e 157 fogli rilegati in marocchino rosso; conservati presso la Biblioteca Nazionale di Madrid), riscoperti solo nel 1966, e databile tra il 1490 e il 1496 il primo e tra il 1503 e il 1505 il secondo; e i Fogli di Windsor (circa 600 disegni, non rilegati e di differente formato; conservati presso il castello Reale di Windsor), che riproducono studi di anatomia e di geografia, ma anche alcune caricature, e coprono un periodo compreso tra il 1478 e il 1518. Il Codice Vaticano-Urbinate del 1270 della Biblioteca Vaticana contiene il Libro di Pittura, redatto da Francesco Melzi dopo la morte del maestro, raccogliendo in un unico manoscritto scritti e pensieri sparsi, da diverse fonti manoscritte oggi andate perdute.

Copertina del Tratato della pittura di Lionardo Da Vinci - 1651

Copertina del Tratato della pittura di Lionardo Da Vinci – 1651

 

 

Sitografia: www.leonardocultura.com ; www.leonardoevigevano.it ; www.museoscienza.org/leonardo/codici/ www.beic.it/it/content/i-codici-di-leonardo

    10 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Tim Samuel si imbatte nella natura, e nei social

Una scena rara da vedere, ancor più da fotografare. Ma il fotografo subacqueo australiano Tim Samuel ha avuto la fortuna di trovare la prontezza per scattare una foto ad un pesce che nuota, quasi fossero un unico essere, all’interno dell’ombrella di una medusa.

Tim Samuel Foto @timsamuelphotography

Tim Samuel Foto @timsamuelphotography

Questo pesce che nuota in sincronia con una medusa è stato trovato da Tim tra le acque della meravigliosa Byron Bay, in Australia.
L’endemica scena è raccontata da Samuel, che afferma di aver osservato mentre faceva freediving l’avvenimento, spiegando: “Sembrava completamente in trappola, come se fosse riuscito in qualche modo a nuotare all’interno e poi non fosse più in grado di uscirne. Il pesce riusciva a controllare in parte i movimenti della medusa”.

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Samuel voleva di intervenire per liberare il pesce, ma ha scelto infine di rinunciare, lasciando la natura a fare il suo corso: “Ma è stata una decisione difficile da prendere”. Pensiamo positivamente, potrebbe trattarsi di una rarissima forma di simbiosi fra la medusa e il pesce, segno di solidarietà marina fra specie diverse.

La sua foto è stata pubblicata su Imgur e a seguire su Instagram, ed ha dilagato in poco tempo su tutti i social network.
”Non mi sarei mai aspettato che questo scatto potesse fare il giro del mondo”, ha scritto Tim Samuel sul suo profilo Instagram dove ha pubblicato le due immagini dell’insolito incontro.

    08 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Al Museo della Carta e della Filigrana IV premio internazionale per Fabriano Watercolour 2016

Original paintings by U.K Watercolour & Pastel Artist Greg Howard | Selected for Fabriano In Watercolour 2016

Original paintings by U.K Watercolour & Pastel Artist Greg Howard | Selected for Fabriano Watercolour 2016

Premio Internazionale “Marche d’Acqua” Fabriano Watercolour 2016

La Città di Fabriano, Città Creativa UNESCO, indice il Premio Internazionale “Marche d’Acqua” Fabriano Watercolour 2016” (FWP 2016), evento giunto alla sua quarta edizione che si inaugurerà questo 18 giugno 2016, alle ore 18.00, presso il Museo della Carta e della Filigrana.

La Biennale, ideata dal Museo della Carta e della Filigrana in collaborazione con Associazione Acquarellisti Veneti e InArte di Fabriano, avrà l’onore di collaborare anche per la quarta edizione con artisti e di giurati d’assoluto rilievo internazionale.

Memorial Day. Thomas W Schaller. Watercolor on #Fabriano Artistico. 30x22 Inches 30

Memorial Day. Thomas W Schaller. Watercolor on #Fabriano Artistico. 30×22 Inches 30

Le opere saranno esposte al pubblico presso le gallerie del Museo della Carta e della Filigrana fino al 31 agosto 2016 per poi proseguire con mostre temporanee in Italia e all’estero.

La mostra, oltre alle opere in concorso, ospiterà una sezione con acquerelli facenti parte della Giuria del Premio e della sezione “Guest of Honor” in esclusiva per Gabriele Brucceri, vincitore della edizione 2014 ad inaugurare la sua personale “Frammenti del ricordo”, composta da 20 splendide opere ad acquarello e tecnica mista.

Una sezione espositiva con alcune sue opere sarà dedicata alla memoria di Toni Vedù, co-fondatore del Premio Internazionale “Marche d’Acqua” Fabriano Watercolour e membro della giuria in tutte le edizioni precedenti, tragicamente scomparso nel 2015.

Il Presidente Pedro Cano terrà una personale di 16 acquarelli dal titolo “Frutos y Flores” a cui è collegata una masterclass che si terrà dal 15 al 17 giugno 2016. Alla masterclass sono stati ammessi 30 acquerellisti selezionati dal maestro Pedro Cano tra i tanti che hanno fatto richiesta di partecipare alle preselezioni.

Brave Reserve - Senyol 2016 - 830x720mm mixed media on Fabriano watercolor 300g 830mm x 720mm

Brave Reserve – Senyol 2016 – 830x720mm
mixed media on Fabriano watercolor 300g 830mm x 720mm

La partecipazione al premio avviene esclusivamente ad invito su indicazione dei 12 artisti componenti la Giuria. Collateralmente al premio si terrà la mostra personale “il mio nuovo corpo – my new body” del Maestro Tejo Van den Broeck, membro della Giuria di PWF 2016 e la personale “La Gualchiera” di Sergio Macchioli. 

 

Associazione culturale InArte
Via Berti 9, Fabriano
info@inartefabriano.it
tel. 348 3890843

Museo della Carta e della Filigrana, Fabriano (Italy):
tel. +39.0732.709238 info@museodellacarta.com

http://www.museodellacarta.com/eventi/evento.asp?id={FC7E71DB-DD8A-462A-846C-EB0D336D5204}

    06 Jun 2016   Blog   0 Comment Leggi tutto

La prospettiva di una lente per Catherine Nelson

Catherine Nelson - Origins 2014 - Beginnings No. 01 edition of 6 200x100cm: 6 x 150x75cm + 2AP

Catherine Nelson è un artista australiana che usa la tecnologia digitale come il suo pennello. Lei costruisce paesaggi immaginari utilizzando immagini dal mondo intorno a lei. Il risultato finale è una realtà non esistente creata da molte centinaia di fotografie. Dopo aver completato la sua formazione artistica in pittura presso il College of Fine Arts di Sydney, Caterina si spostò rapidamente nel mondo del cinema e della televisione.

Bourgoyen SpringII edition of 7 @ 150x150cm

Creò effetti visivi per film come Moulin Rouge, Harry Potter, 300 e Australia. Il suo lavoro come artista effetti visivi l’ha portata in giro per il mondo facendola vivere a Milano, Londra, Roma, Reykjavik, Bratislava, Bruxelles e in Australia. Nel 2008 ha iniziato il suo proprio studio d’arte a Gent e ad Amsterdam e da allora ha completamente dedicato il suo tempo a creare la propria arte.

«Quando ho abbracciato il mezzo fotografico, ho sentito che l’assunzione di un quadro che rappresentava solo ciò che era all’interno della cornice della lente non stava esprimendo la mia esperienza personale e interiore del mondo che mi circonda. Con l’occhio e la formazione di un pittore e con anni di esperienza negli effetti visivi di film dietro di me, ho cominciato a scattare le mie foto ad un altro livello.»

Nel 2010 ha lanciato la sua serie ‘Memorie future’ seguita da ‘Nuit Americaine’ (2011), ‘Danubio’ (2012) e ‘Altri Mondi’ (2013). Questo lavoro è stato esposto in Australia, Europa, America e Asia. 

Beach edition of 7 @ 150x150cm

Beach edition of 7 @ 150x150cm

Il suo follow-up ‘Expedition’ serie (2014) ha preso una svolta nostalgica, più personale, concentrandosi sulla sua infanzia cresciuta a Sydney, ed è incentrata sulla memoria e il modo in cui la memoria distorce. Nella sua ultima mostra “Submerged” ha scattato con la sua macchina fotografica subacquea, a creazione di tre nuovi corpi di lavoro: Origins (2014), Unstill Life (2015) e , Submerged (2015). “Origins” è stata il risultato delle immagini scattate in foreste di mangrovie nel Sud Est Asiatico. “Unstill Life” e “Submerged” sono state create da migliaia di primi piani scattati in un piccolo stagno di ninfee.

Spring Blossoms edition of 7 @ 150x150cm

Spring Blossoms edition of 7 @ 150x150cm

 

Magici lavori su carta fotografica dalla prospettiva di una lente, che può essere una vera lente o uno specchio d’acqua, dell’esplorante artista australiana Catherine Nelson

Per contatti ed info visitare il sito http://www.catherinenelson.com

 

    06 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Agostino Bonalumi muove la materia per creare energia

Scultura in resina, cm. 84 x 94 x 20 Firmato e datato -Tiratura a 20 esemplari, collezione privata

Scultura in resina, cm. 84 x 94 x 20 Firmato e datato -Tiratura a 20 esemplari, collezione privata – Bonalumi

In concomitanza con la prima WopArt fair 2016 e a seguito di svariati progetti dedicati in loco all’arte contemporanea, avrete occasione di trovare una selezione di opere del grande maestro Agostino Bonalumi, presso l’Imago Art Gallery di Lugano. Maestro esponente dell’estroflessione, sceglie di sfruttare una grande varietà di superfici e i più disparati fra i materiali, per dare a queste movimento e lasciando loro abbandonare la propria natura “materiale” verso nuovi orizzonti di ricerca.

A Martina Lopez

A Martina Lopez

Le opere su carta non sfuggono alla brillante teoria, essendo per Bonalumi un materiale con qualità sfruttabili in egual numero di situazioni, tanto che in uno scritto del 2002 dal titolo “L’opera su carta e l’opera di carta” chiarisce con nettezza il senso del discorso: «Altre volte l’opera è opera di carta, per la quale l’invenzione toglie l’immagine oggettivata in quanto è la realtà di un possibile dalle qualità appunto del materiale carta,  le quali anche suggeriscono il procedimento tecnico, legano ad una pratica esatta.»

Agostino Bonalumi - Giallo-1969, cirè estroflesso 150 x 120cm

Agostino Bonalumi – Giallo-1969, cirè estroflesso 150 x 120cm

Ed ancora «Ma tutto ciò non è e non vuole essere una esperienza laterale, opera minore, forse soltanto preparatoria in vista di esiti altrove definitivi, comunque a parte di opere da ritenersi più importanti; e nemmeno, di queste medesime – ciò che sarebbe peggio – derivazione o rifacimento.».
A Bonalumi interessa il recupero della pittura, nonostante la sua irrompente monocromia, anche nel caso di estroflessioni, dove egli gioca con le prospettive mediante tonalità cromatiche che danno espressione alla tridimensionalità della superficie.

“Agostino Bonalumi – Opere dal 1965 al 2013” in mostra a Lugano tutta l’estate, da giovedì 28 aprile a giovedì 15 settembre 2016 presso Imago Art Gallery, per ripercorrere la produzione artistica dal boom alle ultime opere ritrovate.

Per contatti e info visitare il sito della galleria:
http://www.imago-artgallery.com/agostino-bonalumi-works-from-1965-to-2013-is-about-to-be-inaugurated/

    03 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

I “cut out” di Matisse – come scolpire il colore

Matisse - Thousand and one nights print - Tate Gallery London

Ritagliare direttamente nel colore mi ricorda il lavoro dello scultore nella pietra.
H. Matisse

Nel 1941 Matisse è stato diagnosticato un cancro e, dopo un intervento chirurgico, ha iniziato ad usare una sedia a rotelle. Tuttavia la straordinaria creatività di Matisse non è rimasta inibita per molto tempo. ” Une seconde vie”, una seconda vita, è stato quello che ha definito gli ultimi quattordici anni della sua vita. A seguito di una operazione ha inaspettatamente trovato delle energie rinnovate e la bella assistente di origine russa, Lydia Delectorskaya, a fargli compagnia.matisse_drawing

Vasto in scala (anche se non sempre in termini di dimensioni), lussureggiante e rigoroso a colori, i suoi ritagli sono tra le opere più ammirate e influenti di tutta la carriera di Matisse. Essi appartengono ai più grandi affermazioni del slancio vitale nell’arte occidentale.

Questa nuova prospettiva di vita, forse affrettata dalla sua allora emergente limitatezza, lo portò ad una fenomenale esplosione di espressione, il culmine di mezzo secolo di lavoro, un radicale rinnovamento che gli ha reso possibile creare quello per cui aveva sempre lottato: “Ho bisogno di tutto questo tempo per raggiungere la fase in cui posso dire quello che voglio dire.” Con l’aiuto di Lydia Delectorskaya e assistenti si accinse a creare collage di carta tagliata, spesso su scala enorme, chiamati Gouaches Découpés. Fendendo fogli di carta con delle forbici ha inaugurato una nuova fase della sua carriera.

Markova in her pure white Nightingale costume by Matisse

Markova in her pure white Nightingale costume by Matisse

Per Matisse il taglio non era certo una novità; era già insita in lui la natura di generazioni discendenti da famiglie di tessitori; ha avuto un apprezzamento naturale della consistenza e del design. Sapeva come usare perni e modelli di carta, ed era estremamente fiducioso con le forbici. Ma il ritaglio non è stata una rinuncia alla pittura o alla scultura: lo chiamò “la.” Matisse ha detto: “Solo quello che ho creato dopo la malattia costituisce il mio vero io: Libero, liberato”. Inoltre, la sperimentazione con ritagli offrì a Matisse innumerevoli opportunità di costruzione di un nuovo ambiente esteticamente gradevole:

The beasts of the sea, 1950

The beasts of the sea, 1950

“Vedi come sono costretto a rimanere spesso a letto a causa del mio stato di salute, mi sono creato un po ‘di giardino tutto intorno a dove posso camminare … Ci sono foglie, frutti, un uccello. “

Matisse generalmente ritagliava le forme a mano libera con un piccolo paio di forbici, risparmiando i pezzi di carta dell’oggetto ritagliato. Con l’aiuto di Lydia Delectorskaya avrebbe riorganizzato i ritagli colorati fino a quando non sentiva completamente soddisfatto del risultato. Ci sono voluti due anni per completare i venti collages e, dopo anni di tentativi ed errori trovarono un metodo pratico e appropriato per portare i collage alla vita come opere bidimensionali.

Matisse era chiaramente sensibile alla natura particolarmente fisica di questi lavori: mentre erano in corso li lasciava inchiodati al muro dove avrebbero leggermente tremato alla minima brezza. Questo appunto d’immagini alla parete ha iniziato il secondo dei due processi che hanno prodotto i ritagli: l’organizzazione decorativa dei segni preformati. Questo era di gran lunga un processo più lungo e deliberativo rispetto al primo; a volte è durato diversi mesi, e anche da un intero anno per le opere più grandi. Matisse avrebbe cambiato la posizione delle immagini, aggiungendone altre, a volte modificando quelle esistenti, fino a raggiungere la configurazione desiderata. Entro la fine del 1940, è stato impareggiabile l’utilizzo dei “cut-out” per vari progetti arti decorative, tra arazzi, disegni sciarpa, arazzi, tappeti, e disegni per la cappella domenicana a Vence.

 

    03 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto

Note di jazz e pareti di carte nella Venezia di Emilio Vedova

Emilio Vedova Immagine del tempo (Sbarramento), 1951 Collezione Peggy Guggenheim, Venezia © Fondazione Emilio e Annabianca Vedova

Emilio Vedova Immagine del tempo (Sbarramento), 1951 Collezione Peggy Guggenheim, Venezia

Al Magazzino delle Sale di Venezia è stata inaugurata una mostra che esporrà oltre 200 disegni su carta inediti di Emilio Vedova, in occasione del decennale della sua scomparsa.
La mostra è curata da Germano Celant e Fabrizio Gazzarri, ed è interamente dedicata alle opere su carta che Vedova ha elaborato nel corso delle sue preparazioni su tela, grazie alla rassegna presentata dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova. L’esposizione è stata modulata secondo i principi conservatori dell’artista, che volevano ricordare l’incidenza dei disegni sul suo operato artistico, nonché la derivazione scientifica data dai suoi studi.

Vedova Emilio dal ciclo lavagne, Salzburg

Vedova Emilio dal ciclo lavagne, Salzburg

Vedova parlava del disegno come di una tappa preparatoria ed anticipatrice dei dipinti, frapponendo il suo lavoro di “minuta” in termini contraddistinti, come il tempo e lo spazio, o la libertà e il dettame, facenti parte del suo pensiero futurista e della sua azione antinovecentesca.

La mostra metterà in sena più di 200 opere su carta derivanti dall’archivio della Fondazione, elicitante una quasi totalmente inedita parte d’esse; l’esposizione in atto comprenderà tutta la sezione cartacea del suo trascorso pittorico è stata suddivisa in due sezioni temporali: una prima parte che rivelerà i primi studi e le primissime creazioni autodidattiche nel suo periodo di “Corrente di vita giovanile” tra il 1935 e il 1940, elaborando la sua concezione e definizione del mondo.

Emilio Vedova - Venezia 2003

Emilio Vedova – Venezia 2003

 

Una seconda parte invece andrà a rappresentare le opere neo-futuriste della fine degli anni ’40, volutamente suggestive da un punto di vista politico, più sollecito al disagio sociale del dopoguerra, per arrivare alla presentazione degli ultimi lavori risalenti al 2005. La raccolta spazia fra le molte tecniche usate da Emilio Vedova nella costruzione del suo rendimento cartaceo, dagli inchiostri usati alla grafite, ai carboncini ed alla matita sanguigna. Il tutto contornato dalla maestosa città natale dell’artista.

Vedova Emilio - De America (1971) - Acquaforte su carta Goya : Brugherio - Asta Grafica ed Edizioni - III - Galleria Pananti - Casa d'Aste

Vedova Emilio – De America (1971) – Acquaforte su carta Goya: Brugherio – Asta Grafica ed Edizioni – III – Galleria Pananti

 

 Altro spazio espositivo della Fondazione è l’ex Studio Vedova, sui bordi delle sue amate Zattere alla Salute, dove ha lavorato dalla prima metà degli anni ’70 fino alla morte. Si tratta di ambienti dotati delle più moderne tecnologie per la conservazione e la fruibilità delle opere d’arte, caratteristiche oggi indispensabili in particolare per l’allestimento di materiali tanto delicati come i disegni, che nel suo caso testimoniano in modo esemplare il percorso creativo della sua produzione.

L’altro importante evento pensato dalla Fondazione Emilio Vedova è il ciclo di concerti «Euroamerica», a cura di Mario Messinis, al via il 15 luglio con il grande jazzista statunitense Chick Corea.Si parte dalla serie di dipinti degli anni ’70 «De America», esposta integralmente nel 2013 alla Galleria dello Scudo di Verona di Massimo Di Carlo, della quale la Fondazione Vedova ha ora realizzato un ampio volume (Skira) a cura di Germano Celant in collaborazione con Laura Lorenzoni: «la rassegna – spiega Messinis – proporrà momenti musicali del ‘900 dei due continenti ».

FONDAZIONE EMILIO E ANNABIANCA VEDOVA | PRESENTATO IL PROGRAMMA DI ATTIVITA' PER IL 2016 - Chick Corea IN CONERTO DAL 15 LUGLIO

FONDAZIONE EMILIO E ANNABIANCA VEDOVA | PRESENTATO IL PROGRAMMA DI ATTIVITA’ PER IL 2016 – Chick Corea IN CONERTO DAL 15 LUGLIO

Gli altri sei concerti dal 28 ottobre al 6 novembre, tra le note di grandi musicisti quali Debussy, Stockhausen e Boulez (per le modalità di accesso ai concerti, info a giugno su http://www.fondazionevedova.org/programma).

 

 

Le carte di Emilio Vedova in mostra al Magazzino delle Sale e presso la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova dal 29 maggio al 1 novembre 2016, per info e biglietti visitare il sito della fondazione http://www.fondazionevedova.org/informazioni/biglietti-e-prenotazioni.

    01 Jun 2016   Artisti, Blog   0 Comment Leggi tutto
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